Cristo Re dell’ universo
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».Parola del Signore
Riflettiamo:
Per ben dieci volte Giovanni nel suo Vangelo (che oggi sostituisce quello di Marco) cita la regalità di Cristo. Osserviamo la particolarità di questa regalità. C’è una croce come trono, un’intreccio di spine per corona, un’ ascesa al trono fatta di incomprensioni, oltraggi e prepotenze conclusa con la salita del Golgota per l’ incoronazione finale. Se dovessimo dare un giudizio dal punto di vista umano a questo principe futuro Re, gli diremo sicuramente di lasciar perdere. Difatti se rileggiamo tutti i passi dell’ Evangelo proposto da Marco in questo anno liturgico che si avvia alla conclusione, non vediamo altro che critiche e incomprensioni nei confronti del Cristo e non solo dalla sua platea “occasionale” ma anche e soprattutto, purtroppo, dai suoi Discepoli i quali non avevano capito bene cosa significava per Gesù essere il Re. Gli Apostoli non avevano ben chiara la differenza tra divino e umano. II regno che andava raccontando il Signore era un regno di amore, giustizia e pace e proprio perchè tale ETERNO! S Agostino a proposito di questo Regno dice che è qui, ora fino alla fine dei tempi ma che non appartiene a questo mondo perchè ci sta solo come pellegrino. Ma anche l’ uomo è pellegrino su questa terra e durante il suo breve o lungo pellegrinaggio dovrebbe cercare di capire cosa significa eternità! Quando lo capirà, avrà instaurato il regno dentro se stesso. Giovanni nel suo Vangelo precisa a chiare lettere questo discorso quando dice “quanti confidano il lui comprenderanno la verita!” Cos’è alla fine la verità? Non è altro che il Vangelo, la buona novella. Sempre durante quest’anno liturgico l’ Evangelista Marco ci ha aiutato a scoprire il regno e capire che le sue fondamenta si chiamano semplicemente amore! L’ amore divino che ci viene proposto è nettamente diverso dal nostro amore terreno e con lui si scontra in maniera netta al punto che non ci capiamo più niente e ci trasformiamo in tanti Pilati che chiedono a Gesù : -ma tu di che regno sei?- Il suo regno è scomodo perchè ci mette davanti a delle scelte che non ci permettono di lavarci le mani e lasciare tutto com’è. Gesù non è un Re che vuole imporci a tutti i costi il suo volere. Lui vuole solo essere chiamato Padre, e che cosa non fà un papà per i figli? li ama sopra qualsiasi cosa ed è disposto a dare la sua vita per loro. Egli al quale ci rivolgiamo guardando in cielo è qui con noi, adesso! e allora quale modo migliore di concludere questa riflessione se non con la preghiera che ci ha insegnato questo Re-Padre? :
Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Così sia, fratelli e sorelle! FG