Dal Vangelo secondo Luca In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Riflettiamo: Canta ed esulta perché grande in mezzo a te è il Santo di Israele! Questo è il versetto che abbiamo ripetuto nel Salmo Responsoriale che non è tratto dal Salterio come di solito, ma dal libro del profeta Isaia al capitolo 12 ed è l’invito alla gioia di tutta questa terza domenica di Avvento chiamata appunto ” della gioia” Oggi la liturgia ci invita ad essere gioiosi. Nella prima lettura, Sofonia, Profeta del VII secolo a.c. ,invita alla gioia, alla speranza.Il popolo oppresso e poveroè spronato a gioire perchè verrà colui che lo solleverà dalla caduta, a risolvere tutti i problemi e a donare un tempo di pace, di benessere e di gioia! Lo stesso invito lo fa Paolo nella lettera ai Filippesi. Stare lieti in ogni circostanza perché il Signore è vicino, non si farà attendere e verrà a donare quella pace ricercatadella quale si avverte un bisogno innato. Giovanni Battista lo ribadisce ancora di più. Oggi nel Vangelo di Luca, viene interrogato dalle folle perchè tutti credevano che fosse proprio lui il messia. Gli chiedevano che cosa dovevano fare, qual era il modo giusto per prepararsi a questa venuta. Lui, che non le manda a dire essendo scarno nelle sue risposte, richiama, come abbiamo ascoltato nel Vangelo: alla folla “chi ha due tuniche ne dia una a chi non ne ha e chi ha da mangiare faccia attrettanto” e ai pubblicani: “non esigete nulla più di quanto dovuto”, ai soldati: “non maltrattate e non estorcete niente a nessuno”. Domande che sono anche attuali e alle quali risponde la chiarezza della Parola di Dio.Ci stiamo preparando al Natale ma invece di chiedere cosa dobbiamo fare, dobbiamo interrogarci su che cosa si aspetta Gesù da noi! Non stiamo aspettando la sua venuta nella storia! Noi stiamo attendendo la sua venuta nella gloria! e dobbiamo farci trovare preparati come ha indicato Giovanni ai suoi interlocutori. Dobbiamo essere caritatevoli prima di tutto, agire con giustizia non usare violenza e così via. E’ un modo di vivere che non deve preoccuparci, ma ispirare il nostro modo di esistere, regolandoci in tal senso con quella frase degli Atti 20, 35 dove si legge “C’è più gioia nel dare che nel ricevere”. Il cristiano che attende il Signore è uno che gioisce perché è disponibile a dare a farsi prossimo e a riconoscere negli altri la figura del Cristo e vivere con loro la vera speranza in Lui. E gli altri, cosa si aspettano di vedere in noi?semplice: l’immagine di Dio. Noi dobbiamo essere specchio, immagine e somiglianza di Dio, perchè come Lui, dobbiamo amare, essere caritatevoli, disponibili a condividere, usare pace con tutti. Accorgendoci degli altri, scopriremo che Dio è vicino a noi.Secondo me è questo il modo migliore per prepararci a Natale.Lo andiamo ripetendo spesso che il Natale è ormai diventato più che altro un fatto consumistico.Prepariamo con dovizia di particolari i nostri doni, e lauti pranzi ma ci allontaniamo dal vero suo significato. L’avvento di Gesù sulla terra deve servire per ripulirci di tutte quelle cose che ci appesantiscono.Abbiamo ascoltato alla fine del Vangelo che cosa dice Giovanni: “Io vi battezzo con acqua, viene uno che è più forte di me, a cui io non sono degno di slegare i legacci dei sandali,Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”. Poi dice una cosa importante che qui è tradotta in un altro modo: “Tiene in mano la pala per pulire la sua area e per raccogliere il frumento nel suo granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile”.La traduzione reale è che “Egli verrà con il ventilabro e disperderà la pula”.Il ventilabro è uno strumento che adoperano gli agricoltori per ripulire il grano dalla pula che è l’involucro che ricopre il chicco. La pula è inutile appesantisce il frutto, quindi ciò che rimane della pulizia fatta col ventilabro è il chicco puroil quale serve per fare il pane.Ecco il Signore vuole da noi una pulizia da tutto quell’involucro esteriore ingombrante e inutile. La pula che abbiamo addosso è la nostra mancanza di carità, nei riguardi degli altri, il menefreghismo, il sopruso, l’arroganza la negligenza etc..queste e altre abitudini fuorvianti appesantiscono il nostro essere e non ci fanno attendere come si deve il Signore.Quando aspettiamo qualcuno che deve venirci a trovare siamo contenti.Oggi la Chiesa ci invita ad esserlo perché il Signore viene ad aiutarci a ripulirci di tutto quello che ci fà camminare lenti, tristi e senza speranza verso di Lui. Auguriamoci di andargli incontro con quella speranza che ci riempie di gioia, questo ci consentirà di vivere un futuro di grazia, di amore, e pace perché questo è il regalo chew ci porta Cristo! Quindi, con l’Antifona iniziale della Messa odierna acclamiamo: “Rallegratevi sempre nel Signore, ve lo ripeto: rallegratevi. Il Signore è vicino! (Cf. Fil 4,4.5) FG