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1° giugno: ASCENSIONE DI GESU’ AL CIELO

Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

RIFLETTIAMO:

“Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio che è Dio vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo Per tutti i secoli dei secoli” Questa conclusione delle orazioni che rivolgiamo al Padre mi sembra la più aderente alla Solennità di quest’oggi. Noi proclamiamo Gesù Cristo, Dio che siede alla destra del Padre nell’unità dello Spirito Santo. E’ lo stesso Cristo, servo di Dio, Messia, umiliato e scacciato dagli uomini, non capito da loro e per questo crocifisso e punito con una morte infame. Proprio quel Gesù Cristo è assunto alla destra del Padre e vive e regna Dio per tutti i secoli dei secoli. Dall’infamia della morte alla gloria del cielo: perché? Perché Egli è Dio! Il Vangelo di Luca, che è stato proclamato, mi fa pensare alle nostre Celebrazioni Eucaristiche. Cosa fece Gesù? Portò gli Apostoli fuori, verso Betania e, alzate le mani, li benedì. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato in cielo. Li benedì..cioè diceva bene di loro e li invitava così a dir bene di Lui in mezzo all’umanità. Ebbene, la nostra Celebrazione Eucaristica, non è questo? Gesù Cristo ci invita alla mensa dell’Altare e della Parola: La Parola che siamo invitati ad ascoltare, la mensa  dell’altare, dove ci nutriamo del suo Corpo e del suo Sangue. Alla fine della Messa riceviamo la benedizione affinché noi, popolo di Dio, possiamo benedire i nostri fratelli portando loro la Sua Parola forti del sacro nutrimento ricevuto.   

   Abbiamo ascoltato gli Atti degli Apostoli (sempre scritti da Luca) al capitolo primo, nel quale egli riparte proprio dai giorni in cui Gesù fu assunto in cielo. Sembra come se tra Resurrezione e Ascensione  fosse concesso agli Apostoli del tempo per  maturare in loro tutto quanto era accaduto.        L’ Ascensione è quindi nient’altro che una tappa verso l’altro grande evento che segnerà loro vita: il dono dello Spirito Santo! A quel punto saranno pronti per testimoniare con i fatti la Parola ricevuta!  Anche a noi è affidata la medesima missione: lo sguardo verso il cielo ma  la consapevolezza dell’ annuncio che dobbiamo portare ai fratelli. 

Bonhoeffer diceva: “Nella vita bisogna avere Lo sguardo rivolto verso il cielo ma bisogna rimanere con i piedi per terra”. Dobbiamo camminare con i nostri piedi in mezzo alla gente perchè quanto ricevuto  non serva solo a noi ma anche a tutti i nostri fratelli.

Papa Benedetto, parlando dell’ Ascensione diceva: “L’ascensione conclude il periodo delle apparizioni di Gesù dopo la risurrezione. Nell’occasione Gesù non compie fisicamente Un viaggio verso una zona lontana dal cosmo, ma entra nella piena comunione con Dio. Anche se non è più fisicamente visibile Gesù rimane comunque presente nel mondo In modo nuovo grazie al potere di Dio che supera le limitazioni della spazialità. I discepoli ne sono consapevoli ed è per questo che non si rattristano ma sono pieni di gioia”. Ecco cari fratelli e sorelle rimaniamo anche noi pieni di gioia e non rattristiamoci perché fisicamente non vediamo colui nel quale crediamo, (comunque vivo e reale nell’ Eucaristia), perché Gesù come ha detto giustamente Papa Ratzinger, rimane comunque presente nel mondo in un modo nuovo perché Dio ha un potere illimitato ed enorme che supera le nostre limitazioni e i nostri spazi e se abbiamo fede in questa illimitatezza di Dio, faremo un’ opera efficace nell’annunciarLo, perché anche la nostra parola non avrà più limiti di spazio né di tempo e porteremo al mondo  Dio che è Fede, Speranza e Carità. FG