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XXXIII° Domenica del tempo ordinario

Oggi il Vangelo ci parla delle cose ultime, (èskhatos in greco)    proponendo uno scenario apocalittico che non ci piace e sul quale  ci fermiamo poco a riflettere. Pensarci ci fa paura ci disturba. Esorcizziamo l’argomento col da farsi quotidiano. Ma la verità è che guardiamo all’ èskhatos  nel modo sbagliato. Cos’è la fine della quale parla Gesù? e soprattutto riusciamo a capire che lo fa riferendosi ad un nuovo inizio? Dobbiamo  pensare non  tanto “alla fine  del mondo”, ma “al fine del mondo!” alla e al (fine) ne cambiano il senso. Qual’è il fine della nostra vita? E’ morire al male e alla morte e risorgere alla vita eterna nel Regno di Dio che è fatto di amore, giustizia e pace. Ciascuno di noi è chiamato a costruirlo qui, già da oggi. Noi dobbiamo fabbricare un pezzetto di mondo nuovo nella nostra quotidianità affinchè insieme ai pezzetti fatti dagli altri fratelli si formi il Regno eterno del quale parla Gesù.  Le nostre certezze e il nostro egocentrismo la fanno da padrone e ostacolano il percorso. Ma prima o poi arriva  un momento nel quale  tutto cambia. Quando tutto traballa e le nostre certezze ci abbandonano c’è solo uno che resta e  ci  rassicurara: Dio, l’ Eterno! Egli ha sempre qualcosa  da darci e dirci. Riuscire a vivere concretamente la speranza in Lui, significa aver già trovato le cose ultime. Il problema quindi  non è pensare a se, quando e come il mondo finirà, ma  cercare di farlo finire quotidianamente nel nostro ego, superficialismo e indifferenza. Il linguaggio apocalittico usato da Gesù è, come dicevo prima, il linguaggio della nostra crisi e dei nostri limiti, che sta al di fuori dell’ umana comprensione . Ma sicuramente questa crisi che ci provoca a metterci in gioco, ci aiuterà a comprendere qual’è la meravigliosa novità del dopo che ci viene proposto. F.G.

XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, seduto di fronte al tesoro [nel tempio], osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

Riflettiamo: 

Non è questione di quantità ma di qualità! Oggi sia la prima lettura sia il Vangelo parlano di affidamento totale a Dio anche quando ci sentiamo insicuri. D’altronde il nostro problema è sempre stato il rischio…e noi preferiamo evitarlo. E’ la disperazione spesso a farcelo accettare  “tanto cosa ho da perdere…” ci viene da pensare quando ci rivolgiamo a Dio perchè non sappiamo più a cosa aggrapparci. L’esempio delle due povere vedove, è  eloquente perché sia nell’ una sia nell’ altra si vede il totale abbandono  senza pensare al dopo . La casta alla quale pensiamo di appartenere perchè investiti di una certa missione  nella Chiesa ci fa perdere di vista che solo nella nostra povertà di cuore riusciamo a donarci completamente. Chi è povero e umile riesce a togliersi tutto, anche lo stretto necessario per donarlo a Dio e credo che non ci sia gioia più grande se non quella di consegnare a Lui tutta la nostra povertà. Poveri e umili, così ci vuole il Signore perchè in questo modo riusciamo a capire il potere del “dono totale”. Gesù Cristo, Dio povero e umile, ha donato tutto se stesso per noi..dovremo prender esempio da Lui. Devo io per primo ricordare che “la veste sacra” che indosso quando celebro in Chiesa, me la devo mettere anche fuori la Chiesa quando celebro con la “Chiesa Popolo di Dio” il Mistero di fede e  salvezza che Gesù Cristo ha offerto gratuitamente a ciascuno : ricchi o sapienti, poveri o disperati, negligenti o disinteressati insoddisfatti o indecisi e così via…Chiediamo allora a Dio che possiamo sempre rimanere poveri, perchè solo così il nostro cuore non si inorgoglisce e noi riusciamo a  essere più veri e seri e magari anche a credere per davvero…. allora il nostro donarci sarò di qualità eccellente! Buona domenica. FG

XXXI° DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Mi colpisce l’elogio  tra Gesù e lo scriba dopo lo scambio di battute su un tema scottante “Qual’è il primo dei comandamenti?”. Gesù apprezza la risposta dello scriba (appartenente a quella fazione tendenzialmente ostile al suo operato) e il fariseo si rende conto della veridicità di quanto affermato dal Rabbì. Il Signore vuol semplicemente far capire che l’ amore verso Dio è indiscutibilmente unito all’ amore verso il prossimo. Quando l’ uomo l’ avrà capito , sarà elogiato  perchè sarà sfuggito dalla tentazione di amare e lodare Dio dimenticandosi dell’ uomo e viceversa avrà servito l’ uomo dimenticando Dio. La nostra maturità sarà piena quando avremo dato un equilibrio a questi due precetti. Il prossimo per Dio è l’ uomo e l’uomo ha per prossimo Dio! Quindi morale del discorso è: AMIAMO E LASCIAMOCI AMARE! Si cari amici amiamo Dio e i Fratelli ma lasciamoci amare! Liberiamo il nostro cuore da quella umana corteccia  che non ci permette di amare. Facciamoci riconoscere come figli di Dio perchè solo così potremo amare ed essere amati. E’ un cammino difficoltoso ma da vivere quotidianamente cercando Gesù nel volto dell’ altro ricordandoci di quella famosa frase che Egli ha ripetuto più volte “L’ AVETE FATTO A ME!”   F.G.

Partecipazione

Ci stringiamo con affetto al Diacono Enzo Ferraccioli in questo momento di dolore per la perdita della Moglie Anna. Il Signore della vita doni ad  Anna  di  vivere in eterno  nel suo Regno di pace e ad Enzo e tutti i familiari la certezza che Dio non lascia mai solo chi lo segue con cuore retto e sincero!