Categoria: Articoli
Mar 25
Calendario di Aprile 2023
Il calendario di APRILE è importante perchè contiene gli appuntamenti della settimana in cui commemoriamo la PASSIONE E MORTE DI CRISTO. E’ questo già un valido motivo per consultarlo. Poi c’è la festa della nostra Santa Patrona Fermina e tutti gli altri appuntamenti che scandiscono la nostra vita comunitaria parrocchiale che vorremo condividere con voi per essere sempre più una comunità di fratelli che vivono insieme il cammino della fede.
Mar 19
QUARTA DOMENICA DI QUARESIMA 2023
Come stà la nostra vista? Come quella del cieco nato o dei farisei? Sono tanti gli interrogativi che il lungo brano di Giovanni proclamato oggi dovrebbe scaturire nella nostra coscienza. Quelli che dicevano di vederci, furono sconfessati da Gesù che disse loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane». Può sembrare contraddittorio questo discorso che invece non fa una piega. La presunzione di vederci bene, in realtà distorce quel che vediamo, perché lo vediamo con l’ occhio umano e non con quello di Dio. E credo che questo ci succede perché crediamo poco e non riusciamo a mettere Dio e la sua legge davanti ai nostri occhi. Gesù, nei riguardi del cieco nato si mostra compassionevole e lo guarisce con l’ amore del quale è capace respingendo la teoria degli Apostoli che ritenevano cieco il ragazzo per le colpe dei genitori. Non a caso, dopo avergli spalmato il fango fatto con la sua saliva sugli occhi, lo manda a lavarsi alla fontana di Sìloe che significa “inviato”. Come a dire ora ci vedi, và e aiuta gli altri a vederci bene. L’ inviato del Padre ora invia anche il cieco a professare la fede, quella fede esibita sdraiandosi difronte a Gesù che risponde alla sua domanda su chi fosse il Messia dicendo.“sono io che parlo con te!”. Il nostro modo di vedere alla “farisaica” ci fa presupporre di vederci bene e di poter giudicare la vista degli altri. Ma per poterlo fare dobbiamo credere. Mi viene in mente quel che scrive Paolo ai Romani al cap. 9 “Ricordati sempre che se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fà la professione di fede per avere la salvezza.” Quante volte la nostra condotta di vita non coincide con la nostra fede. Ci facciamo continuamente domande e cerchiamo risposte secondo il nostro modo di vivere mentre sarebbe opportuno per noi avere un termine di paragone col quale verificare il nostro comportamento. Paragonarci prima di tutto con Gesù e capire se ci è nitida la sua figura, cioè se lo vediamo bene e, perché no? paragonarci anche con i nostri fratelli per vedere se da loro possiamo imparare a schiarire meglio la vista e vedere finalmente bene il volto del Cristo. Evitare queste cose, significa rimanere nelle tenebre e nel peccato. Allora, svegliamoci. Il Signore ha sempre una risposta alle nostre umane domande, fidiamoci della sua luce, Cristo stesso ce ne darà in abbondanza, come dice Paolo nella seconda lettura odierna, per camminare senza inciampare più nell’errore del peccato. (FG)
Mar 12
Terza domenica di Quaresima
“Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo». Questa battuta fatta dai concittadini alla Samaritana dopo aver visto Gesù, mi fà chiedere: perché,e come facciamo a credere? In fin dei conti Dio non l’abbiamo mai visto! infatti nel prologo di Giovanni sta scritto proprio così ”Dio nessuno l’ha mai visto”, però se continuiamo a leggere capiamo di averlo veduto in qualche modo: “proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato.” Quindi se credo, anche io ho ricevuto una rivelazione. Gesù Cristo si è fatto conoscere anche e proprio da me! La rivelazione personale è la cosa più grande che può capitarci, eccome se ci capita! Io non credo a quelli che dicono di non aver mai conosciuto il Signore. E non ci credo, perché Lui stesso ha tessuto perfettamente i fili che regolano il nostro mondo, che è impossibile non averlo incontrato, e la storia che Giovanni ci racconta nel Vangelo di oggi, credo ne sia la prova. Il pozzo, luogo attorno al quale a quei tempi ci si incontrava anche per le relazioni sociali oltre che per attingere acqua,..la donna considerata a quei tempi una nullità e per di più samaritana,.. mezzogiorno ora di punta che fa sentire maggiormente l’arsura ed il bisogno di bere. Ma…questa scena del Vangelo non è come una nostra qualsiasi giornata? La viviamo nell’ anonimato pensando più che altro ai fatti nostri e come arrivare alla sera, pensando al giorno dopo. Nel suo anonimato, la Samaritana non inseguiva incontri, ma Gesù si, e cercava proprio lei! “attacca bottone” chiedendole l’acqua e lei deve procurargli persino un recipiente perché lui ne è sprovvisto. La donna è diffidente ma accetta la richiesta quando il Signore le fa capire di conoscerla bene, di sapere tutto di lei. Gesù ci viene a cercare perché sà tutto di noi. Sà che continuamente abbiamo bisogno di aiuto, qualsiasi esso sia. Sapendo poi che siamo presuntuosi e restii a farci aiutare, fà il primo passo. Vuole riempire il nostro “recipiente” di se stesso. Dobbiamo però metterci anche un po’ del nostro. Quando ci si presenta un’occasione del genere, non dobbiamo farcela scappare, perchè ci rivela la vicinanza del Signore, e questo ci cambierà la giornata, la vita. Se abbiamo un problema e soprattutto quando non riusciamo a risolverlo da soli, ecco che ci rivolgiamo a Dio e se l’ aiuto non arriva, ci comportiamo come gli Israeliti della prima lettura che spinti dalla sete imprecavano contro Mosè dicendo “il Signore è in mezzo a noi si o no?” e come loro, lo mettiamo alla prova. Il Signore può tutto e fà tutto (fece sgorgare acqua dalla roccia)., anche quando stà in silenzio. E’ sempre vicino a noi, basta solo accorgersene. Se la smettessimo di cercarlo solo nel bisogno, sentiremo che è uno di noi, vive con noi, soffre e gioisce con noi e ci chiede di volergli bene…nient’ altro. Dovremmo accontentarlo no? Nella casualità della nostra giornata qualcuno ci chiederà senz’altro qualcosa…pensiamoci, potrebbe essere Gesù! (FG)