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Il Calendario di Maggio

Maggio, il mese dedicato a MARIA! La pregheremo tutte le sere con la recita del S.Rosario e la S. Messa. E’ anche il mese in cui alcuni ragazzi riceveranno il Sacramento dell’ Eucaristia per la prima volta. Ci sarà la benedizione delle rose ricordando S. Rita e tanti altri appuntamenti che potrete seguire leggendo il calendario nell’ apposita pagina del sito. Buona lettura!

FESTA DI S. FERMINA NOSTRA PATRONA

Iniziano i festeggiamenti per la nostra Santa Patrona FERMINA. Quelli civili hanno già preso il via mentre quelli relifiosi lo faranno mercoledì sera con il TRIDUO. Pubblichiamo di seguito il manifesto col programma .

 

Terza domenica di Pasqua – 23/04/2023

Si dice che per conoscere una persona devi mangiare con lui nello stesso piatto cento volte e comunque non sarai mai sicuro di averlo conosciuto a fondo. Il Vangelo odierno racconta di questi due personaggi, dei quali conosciamo il nome di uno solo dei due, che camminavano rattristati e delusi perché quel presunto profeta-messia nel quale avevano posto grandi speranze era stato crocifisso e non solo, era addirittura sparito dal sepolcro dove l’ avevano posto. Alcuni di loro , vi si erano recati per vedere  se  era vero ciò che avevano sentito dire dalle donne le quali, parlavano di Angeli che sarebbero loro apparsi dicendo che era risorto. Effettivamente lui non c’era e , allora…dove stava? Già, dove sei Gesù? Anche noi camminiamo ogni giorno chiedendoci dove ti trovi e puntualmente non riusciamo a trovarti. Ti cerchiamo, questo si, ma  stentiamo a riconoscerti. «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?», così si rivolge Gesù ai viandanti e ugualmente dice a noi. Di cos’altro abbiamo bisogno per riconoscere Gesù accanto a noi? Certo i nostri  tempi sono diversi da quelli di Cleofa e l’ amico, ma  anche per noi vale il seguito dell’ allocuzione del Signore nel Vangelo: “E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.” E’ vero, noi non abbiamo toccato con mano, non abbiamo partecipato a tutti gli eventi di passa 2000 anni fà, non siamo stati lì a vedere di persona un giusto che moriva come un infame appeso ad una croce per colpa dell’ incredulità generale, ma abbiamo la testimonianza scritta di quelli che erano lì presenti. Queste dettagliate testimonianze scritte da uomini, sono state ispirate da Dio. E’ Lui quindi il vero autore e lo ha fatto  per estendere la salvezza anche ai giorni nostri. I due uomini stanchi  per il viaggio in cerca ulteriore di risposte, capendo di poterle ricevere da quel viandante come loro, lo invitano a restare e finalmente lo riconoscono a tavola quando compie il gesto dello spezzare il pane. Cari amici, quanto vogliamo continuare a cercarlo Gesù? Anzi direi perché insistiamo a cercarlo? Lui è sempre con noi! e quotidianamente ci invita a mangiare con lui alla stessa tavola e nello stesso piatto che poi altro non è che la nostra vita. In quel piatto ci sono i nostri dubbi, le sofferenze, le cadute, la nostra quotidianità, però c’è anche e soprattutto LUI! Li c’è un Dio che si è donato per te e per tutti perchè tutti insieme ci vuole persone nuove. Non andiamolo a cercare dentro il sepolcro della nostra ottusa persona, Lui stà nella condivisione quotidiana con i nostri fratelli attorno a quell’ unica mensa: quella dell’ Eucarestia e della Parola. Non ci sarà più bisogno di dirgli “resta con noi!” lui c’è e ci sarà sempre…basterà solo ripulirci bene lo spirito e mangiare con lui…nello stesso piatto. FG

PASQUA DI RISURREZIONE: 9 APRILE 2023

Gesù caro, quel che hai sofferto dimostrandomi che con l’amore posso sconfiggere il male, è servito? Il supplizio al quale ti sei sottoposto, mi ha insegnato qualcosa? Devo per forza farmi un esame di coscienza! Come posso continuare a vivere come prima? Lo sò, tra qualche settimana la Pasqua e tutto ciò che questa Celebrazione mi ha fatto vivere, sarà solo un ricordo e, ahimè! ricomincerò a trascorrere normalmente la mia vita cercando di coniugare uomo e cristiano, bilanciando le due cose in modo che l’una non dia fastidio all’ altra. Rivivrò il tempo ordinario, qualche festa della Madonna poi nuovamente l’Avvento, il Natale e di nuovo la Quaresima, e così via. Oggi, ho ascoltato con gioia Giovanni  20,1-9 con il racconto del sepolcro vuoto, però mi ha colpito la seconda Lettura, di Paolo ai Colossesi. “se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra.” Mi chiedo: sono o no risorto con Cristo? E cosa significa per me? Risorgo con lui, solo se lo cerco, e quano lo trovo non me lo faccio sfuggire. Mi sfugge se il bilanciare quotidiano le cose di lassù con quelle di quaggiù, pende per quest’ ultime. Significa che quel percorso, sicuramente difficile, per arrivare al sepolcro di Cristo e trovarlo vuoto, me lo accomodo con più semplici scorciatoie. Mi conviene non rotolare via la pietra e lasciare tutto come stà, facendo finta che niente sia successo. Preferisco che Gesù rimanga là dentro. Ma Paolo, mi fa nuovamente riflettere quando scrive:” Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio!” Hai ragione Paolo! La mia vita è nascosta e Cristo mi ha fatto vedere come scoprirla. Ma finchè non lo seguo, risulto essere io il suo sepolcro! Sono la grossa barriera che non permette a Gesù di uscire e farmi vivere con Lui in Dio Trinità! Se la smetto di rimanere nascosto, tolgo quella pietra, e svelo Cristo in me e allora, come giustamente prosegui: ”Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.”… si, sarò vivo per davvero! Quell’ unzione battesimale che quando sono nato ha trasformato la mia vita terrena in vita eterna, comincerà a dare i suoi frutti. Ma devo vedere e credere, come gli Apostoli al sepolcro. E’ fede! Nient’ altro. E’ fidarmi di Cristo! E’ smetterla una volta per tutte di mascherami da Cristiano all’occorrenza. Se sono di Cristo, non posso esserlo a tempo determinato…dire che risorgo con lui ogni volta che mi accorgo di aver sbagliato fin quando peccherò di nuovo, non va bene! Devo risorgere con Lui una volta per tutte, liberandomi eternamente da ciò che impedisce la mia la risurrezione con Cristo…allora  si, come conclude Paolo nella lettera di oggi, anche io “apparirò con Lui nella gloria”. Buona Pasqua! FG

Domenica delle palme – Passione del Signore

Con questa domenica inizia il nostro esame. Il percorso che abbiamo compiuto durante la quaresima, ci sarà servito? A vederci oggi sembrerebbe si. Stiamo osannando Gesù Cristo. In processione dietro una croce adornata di rami d’ ulivo ed un Vangelo del quale è stato proclamato un passo inerente alla giornata, cantiamo e proclamiamo “benedetto colui che viene nel nome del Signore!” Bello! Bravi che siamo! Quei “segni” raccontati nel Vangelo di queste ultime domeniche, ci hanno fatto bene. Abbiamo  capito che solo tenendoci lontano dalle seduzioni del mondo, la nostra vita sarà vera, così come solo lui ci dà una vista che non ci fa mirare a cose effimere. Abbiamo ambito a trasfigurarci con lui sul monte ripulendoci delle nostre sozzure pronti a scendere tra gli uomini come veri testimoni e infine, abbiamo capito che chiunque vive e crede in lui non morirà in eterno! Oggi allora osanniamolo questo Gesù che ci ha fatto persone nuove! Però…c’è domani e martedì, poi via via c’è il Venerdì..si, quello della passione! Quell’ idolo bello, che abbiamo proclamato nostro Dio e Signore, stà appeso ad una croce e noi che l’ abbiamo osannato stiamo lì a guardare come se nulla fosse. Allora, forse, non siamo cambiati per niente. E’ la storia quotidiana che si ripete. Tutta la nostra vita è così. Non siamo costanti perché quello che apprendiamo ascoltando la buona novella, lo viviamo a momenti alterni. Quando viviamo come il Vangelo, osanniamo Gesù e quando non lo facciamo, lo appendiamo alla croce. Lo trattiamo come quel servo sofferente che ci ha mostrato Isaia nella prima lettura di oggi. Presenta a noi il dorso per essere flagellato dai nostri sbagli. Lo scherniamo col nostro modo di fare superficiale egocentrico ed egoistico. Ma lui non demorde perché il Padre lo assiste e..sà di non restare confuso! Mentre lo trattiamo male, dovremmo pensare che quel servo è anche quello del quale ci parla Paolo nella seconda lettura odierna: “pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini.” Si è fatto come noi per aiutarci a diventare come lui! La nostra innata ingordigia di vivere nel fantomatico apparente benessere materiale, rompe quell’ equilibrio divino che Gesù col suo esempio e la sua parola ha cercato e cerca di innestare nel nostro cuore. Il risultato è, per riagganciarmi a tutto il discorso, che la nostra vita è sempre, purtroppo, una settimana santa! Dio è grande quando affiora quella spiritualità innestataci da lui, ma Dio è crocifisso quando quella spiritualità e sradicata dal nostra aridità materiale. Allora Gesù, perdonaci! Oggi ti inneggiamo con questi rami di ulivo in mano, ma già lo sappiamo…venerdì ti crocefiggeremo un’ altra volta.  FG

Quinta domenica di Quaresima 26 marzo 2023

“In Lui rifulge per noi la speranza della beata risurrezione e se ci rattrista la certezza di dover morire, ci consola la promessa dell’immortalità futura”. Così recita uno dei prefazi della liturgia dei defunti. Effettivamente la nostra esistenza ci dà alcune certezze, la più vera delle quali è quella che moriremo. E’ una consapevolezza con la quale conviviamo da quando nasciamo e con la quale ci abituiamo a vivere perché non sappiamo quando ci succederà. Allora esorcizziamo il tempo pensando ad altro, tanto quando sarà il momento…si vedrà! Già, quando sarà il momento come lo vivremo? La morte alla quale ci prepara Gesù è un qualcosa di diverso da quel che pensiamo noi. Egli, non ci toglie la certezza che prima o poi moriremo, ma ci dà una speranza: quella dell’ immortalità futura. Difatti, il prefazio che ho citato sopra, continua così: “ai tuoi fedeli Signore, la vita non è tolta ma trasformata e mentre si distrugge questa dimora terrena, viene preparata un’abitazione eterna nel cielo”. La nostra vita corta o lunga che sia è un cammino di “caducità” ma deve essere sfruttato a costruire pian piano un’altra vita dopo la morte: quella eterna! Certo, ma come si fa? Quando Gesù giunge a Betania, Lazzaro suo grande amico, era già morto e Marta al Suo arrivo gli dice che se fosse stato lì il fratello non sarebbe morto. Sembra quasi un rimprovero di Marta a Gesù, ma poi la donna aggiunge: “Ma anche ora sò che qualunque cosa chiederai a Dio, Dio te la concederà”. Trovo bellissimo questo dialogo che ci racconta Giovanni nel Vangelo di oggi, perché esplicita l’ umanità di Marta consapevole della morte, ma anche la sua fede in Dio! Certezza e speranza due vocaboli importanti che dovrebbero convivere in noi senza problemi. L’ esistenza dell’uomo di Dio deve basarsi su queste cose. Vivere pensando alla morte ma certi che risorgeremo. E’ Gesù stesso che ci dice come si ottiene la vita eterna. Quando risponde a Marta, dicendole che il fratello risorgerà (non riferendosi al fatto che di lì a poco l’avrebbe tirato fuori vivo dalla tomba) afferma che LUI E’ LA RISURREZIONE E LA VITA E CHIUNQUE VIVE E CREDE IN LUI NON MORIRA’! Questa è una realtà di fede! Ma allora ci domandiamo, cosa significa vivere e credere in Lui? Significa semplicemente AMARE DIO E I FRATELLI. Tutto qui. Morire a questa vita terrena con il suo fagotto di egoismi e qualunquismi, di falso perbenismo e così via. Seppure non morti ancora, anche a ciascuno di noi Gesù dice “VIENI FUORI!”, esci cioè, da ciò che ti allontana da me, scrollati di dosso quel che ti appesantisce inutilmente, e caricati della mia misericordia: lei non ti appesantirà, anzi ti aiuterà ad andare, come Lazzaro, libero dalle bende che ti costringono ad un immobilismo inutile e immotivato che non si addice al vero cristiano. FG

Calendario di Aprile 2023

Il calendario di APRILE è importante perchè contiene gli appuntamenti della settimana in cui commemoriamo la PASSIONE E MORTE DI CRISTO. E’ questo già un valido motivo per consultarlo. Poi c’è la festa della nostra Santa Patrona Fermina e tutti gli altri appuntamenti che scandiscono la nostra vita comunitaria parrocchiale che vorremo condividere con voi per essere sempre più una comunità di fratelli che vivono insieme il cammino della fede.

QUARTA DOMENICA DI QUARESIMA 2023

Come stà la nostra vista? Come quella del cieco nato o dei farisei? Sono tanti gli interrogativi che il lungo brano di Giovanni proclamato oggi dovrebbe scaturire nella nostra coscienza. Quelli che dicevano di vederci, furono sconfessati da Gesù che disse loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane». Può sembrare contraddittorio questo discorso che invece non fa una piega. La presunzione di vederci bene, in realtà distorce quel che vediamo, perché lo vediamo con l’ occhio umano e non con quello di Dio. E credo che questo ci succede perché crediamo poco e non riusciamo a mettere Dio e la sua legge davanti ai nostri occhi. Gesù, nei riguardi del cieco nato si mostra compassionevole e lo guarisce con l’ amore del quale è capace respingendo la teoria degli Apostoli che ritenevano cieco il ragazzo per le colpe dei genitori. Non a caso, dopo avergli spalmato il fango fatto con la sua saliva sugli occhi, lo manda a lavarsi alla fontana di Sìloe che significa “inviato”. Come a dire ora ci vedi, và e aiuta gli altri a vederci bene. L’ inviato del Padre ora invia anche il cieco a professare la fede, quella fede esibita sdraiandosi difronte a Gesù che risponde alla sua domanda su chi fosse il Messia dicendo.“sono io che parlo con te!”. Il nostro modo di vedere  alla “farisaica” ci fa presupporre di vederci bene e di poter giudicare la vista degli altri. Ma per poterlo fare dobbiamo credere. Mi viene in mente quel che scrive Paolo ai Romani al cap. 9 “Ricordati sempre che se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fà la professione di fede per avere la salvezza.” Quante volte la nostra condotta di vita non coincide con la nostra fede. Ci facciamo continuamente domande e cerchiamo risposte secondo il nostro modo di vivere mentre sarebbe opportuno per noi avere un termine di paragone col quale verificare il nostro comportamento. Paragonarci prima di tutto con Gesù e capire se ci è nitida la sua figura, cioè se lo vediamo bene e, perché no? paragonarci anche con i nostri fratelli per vedere se da loro possiamo imparare a schiarire meglio la vista e vedere finalmente bene il volto del Cristo. Evitare queste cose, significa rimanere nelle tenebre e nel peccato. Allora, svegliamoci. Il Signore ha sempre una risposta alle nostre umane domande, fidiamoci della sua luce, Cristo stesso ce ne darà in abbondanza, come dice Paolo nella seconda lettura odierna, per camminare senza inciampare più nell’errore del peccato. (FG)

Terza domenica di Quaresima

“Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo». Questa battuta fatta dai concittadini alla Samaritana dopo aver visto Gesù, mi fà chiedere: perché,e come facciamo a credere? In fin dei conti Dio non l’abbiamo mai visto! infatti nel prologo di Giovanni sta scritto proprio così  ”Dio nessuno l’ha mai visto”, però se continuiamo a leggere capiamo di averlo veduto in qualche modo: “proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato.” Quindi se credo, anche io ho ricevuto una rivelazione. Gesù Cristo si è fatto conoscere anche e proprio da me! La rivelazione personale è la cosa più grande che può capitarci, eccome se ci capita! Io non credo a quelli che dicono di non aver mai conosciuto il Signore. E non ci credo, perché Lui stesso ha tessuto perfettamente i fili che regolano il nostro mondo, che è impossibile non averlo incontrato, e la storia che Giovanni ci racconta nel Vangelo di oggi, credo ne sia la prova. Il pozzo,   luogo attorno al quale a quei tempi ci si incontrava anche per le relazioni sociali oltre che per attingere acqua,..la donna considerata a quei tempi una nullità e per di più samaritana,.. mezzogiorno ora di punta che fa sentire maggiormente l’arsura ed il bisogno di bere. Ma…questa scena del Vangelo non è come una nostra qualsiasi giornata? La viviamo nell’ anonimato pensando più che altro ai fatti nostri e come arrivare alla sera, pensando al giorno dopo. Nel suo anonimato, la Samaritana non inseguiva incontri, ma Gesù si, e cercava proprio lei! “attacca bottone” chiedendole l’acqua e lei deve procurargli persino un recipiente perché lui ne è sprovvisto. La donna è diffidente ma accetta la richiesta quando il Signore le fa capire di conoscerla bene, di sapere tutto di lei. Gesù ci viene a cercare perché sà tutto di noi. Sà che continuamente abbiamo bisogno di aiuto, qualsiasi esso sia. Sapendo poi che siamo presuntuosi e restii a farci aiutare, fà il primo passo. Vuole riempire il nostro “recipiente” di se stesso. Dobbiamo però metterci anche un po’ del nostro. Quando ci si presenta un’occasione del genere, non dobbiamo farcela scappare, perchè ci rivela la vicinanza del Signore, e questo ci cambierà la giornata, la vita. Se abbiamo un problema e soprattutto quando non riusciamo a risolverlo da soli, ecco che ci  rivolgiamo a Dio e se l’ aiuto non arriva, ci comportiamo come gli Israeliti della prima lettura che spinti dalla sete imprecavano contro Mosè dicendo “il Signore è in mezzo a noi si o no?” e come loro, lo mettiamo alla prova. Il Signore può tutto e fà tutto (fece sgorgare acqua dalla roccia)., anche quando stà in silenzio. E’ sempre vicino a noi, basta solo accorgersene. Se la smettessimo di cercarlo  solo nel bisogno, sentiremo che è uno di noi, vive con noi, soffre e gioisce con noi e ci chiede di volergli bene…nient’ altro. Dovremmo accontentarlo no? Nella casualità della nostra giornata qualcuno ci chiederà senz’altro qualcosa…pensiamoci, potrebbe essere Gesù! (FG)

Seconda domenica di Quaresima:LA TRASFIGURAZIONE

Cosa può farci cambiare? L’ unica cosa è l’ amore! Questa parola che ci stà spesso sulle labbra, regola, o dovrebbe regolare, la nostra vita. In fin dei conti, tutta la nostra esistenza è basata su un continuo rapportaci con gli altri. Condividere la vita con “gli altri” non è semplice perché implica un rispetto delle leggi “sociali” ma anche, e direi soprattutto, di quelle morali. Il giusto equilibrio tra queste due realtà, ci fa più o meno vivere bene con gli altri. E qual che sia il nostro comportamento, non dovremo mai dimenticare che alla fine della strada ci verrà chiesto conto di quanto abbiamo fatto nel bene e nel male. Mi fà pensare a questo la TRASFIGURAZIONE della quale ci parla Matteo nel Vangelo odierno. Anche la vita di Gesù è stata un camminare verso quella Gerusalemme dove sarebbe stato crocifisso. Un percorso fatto assieme a tanti seguaci ai quali cercava di insegnare che il fine della vita, è pensare alla risurrezione finale, alla vita eterna. Durante il cammino Gesù sale su un monte (la tradizione dice sia il Tabor) insieme a soli tre discepoli (che saranno con lui anche nel Getsemani) e lì si trasfigura. Tutti e tre i sinottici, seppur in modo diverso, parlano di vesti splendenti viso brillante, ci sono pure Mose ed Elia..la legge e i Profeti. Sembrava quasi un anticipo di Paradiso e Pietro entusiasta, chiede al Signore di poter rimanere in quel luogo per non interrompere quel momento intimo con Dio, il quale però, fà sentire la sua voce chiamando ancora una volta Gesù suo Figlio prediletto e invitando i discepoli ad  ascoltarlo, perché da lì sarebbero dovuti riscendere e continuare a camminare. Ecco, la quaresima, ci invita ad avere un momento di intimità con Dio, a fermarci un attimo per ricaricarci e ripartire consapevoli che dobbiamo vivere seguendo la chiamata di Dio: ASCOLTARE IL FIGLIO.  Ascoltare la parola di Gesù, è vivere  la nostra vita osservando la legge com’è giusto che sia, ma con spirito di amore e abnegazione verso gli altri, amandoli dando tutto noi stessi, pronti anche a morire per loro. Certo questo ci provocherà sicuramente dolore e sconforto, non sarà semplice, dovremo essere forti seguendo la Legge e i Profeti, uno in particolare che è morto per noi! parlo di Gesù Cristo! Mentre scaliamo il monte della nostra esistenza, soffriamo per il Vangelo, come richiama Paolo nella seconda lettura, perché a questo siamo chiamati. Se lo scaleremo ascoltando Gesù, anche noi subiremo una metamorfosi che ci renderà luminosi, puri, integri e che ci farà riconoscere come figli prediletti nel quale il Padre si compiace. Quando arriveremo a destinazione, al termine del nostro cammino, che bello sarebbe se anche a noi Dio dicesse: ecco un mio figlio nel quale mi sono compiaciuto, perché mi ha ascoltato! Preghiamo , perché riusciamo ad avere un cuore libero e puro che ci consenta di riuscire ad ascoltare sempre la voce del Signore. (FG)

PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA – 26/02/2023

 Chi si inginocchia davanti a Dio, riesce a stare in piedi davanti ad ogni circostanza. Questa bella frase (di C. Amirante) me l’ha inviata un amico prete e mi è talmente piaciuta che ho deciso  di tenerla come traccia per questa Quaresima la quale, al solito, vorrei vivere cercando di osservare il digiuno l’ astinenza e via dicendo. Ma proprio alla luce di quella frase mi chiedo: tutto qui? Mi manca qualcosa? Penso di si: devo imparare ad inginocchiarmi davanti a Dio! Inginocchiarmi….. Una postura semplice magari scomoda che assumo automaticamente durante  la Messa in segno di adorazione anche se dovrebbe essere una  necessità continua per significare il mio abbandono  a Dio, chiedendogli di tendermi la mano, tenermela stretta per farmi rialzare e camminare con Lui col proposito di non sbagliare più. Dovrebbe, dicevo, essere sempre così per tutti, non solo in quaresima, perché  Lui è sempre pronto ad aiutarci ma noi, continuiamo a peccare. Io credo che la mentalità moderna, voglia farci credere che il male non esiste, che è cosa del medioevo. E sono altrettanto convinto che proprio questa mentalità ci abbia abituati a convivere col male tanto che non ci accorgiamo quanto è alterato il nostro  modo di vivere la fede. E’ innegabile che il male la fa da padrone nel mondo diventando consuetudine  imprescindibile. Questa situazione, apparentemente appagante, ci ha fatti diventare  egoisti e in solitari  non permettendoci di vedere le realtà che ci circondano, come che so, una persona che ha nulla per arrivare a fine mese, o un madre disperata per il disagio di un figlio o un giovane in cerca di identità oppure Genitori che hanno perso un figlio prematuramente, oppure un anziano abbandonato a se stesso o  una coppia di sposi in crisi…magari con figli…devo continuare?…e noi che facciamo? Non ce ne accorgiamo! un po’ per il qualunquismo dettatoci da questa moderna società un po’,  perché non ci INGINOCCHIAMO DAVANTI A DIO per annientare il nostro principio di onnipotenza il quale ci rende incapaci di vedere l’ altro!…questo è il male! Ma la nostra fede vissuta dov’è? Se riflettiamo un attimo, l’ insegnamento di Gesù Cristo non si basa sul comandamento dell’ AMORE? Amarsi gli uni gli altri! Dio, ci ha amati per primo! Gratuitamente ci ha donato la vita, e gratuitamente ha mandato suo Figlio a morire per noi, a fronte del nostro  peccato! Ma l’ abbiamo capito e vorremmo che Dio si inginocchiasse davanti a noi! Così come ha provato a fare il diavolo con Gesù, l’abbiamo ascoltato nel Vangelo di oggi. Questo è il nostro più grave peccato! e non basta che una volta l’anno digiuniamo e ci asteniamo. La Chiesa nostra Madre ci invita alla conversione tutti i giorni, poi  durante la Quaresima, in modo più pressante, ci chiama a riscoprire il senso del nostro battesimo. Il Signore ci tende la mano ma noi dobbiamo porgergli la nostra! Dobbiamo dirgli ECCOMI! Un eccomi senza ma e senza se. Una risposta che ci convinca che il male moderno, deve essere vinto da quel bene antico ma attuale che è Dio e la Sua Parola che ci salva, quella pronunciata da Gesù, qui sulla terra: pronunciata e vissuta. Gesù è stato tentato, disprezzato, calunniato, deriso, offeso, ammazzato ma, anche lui (pensa un po’!) si è inginocchiato davanti al Padre, si è affidato a Lui. Nel getsemani, quando il male lo circondava, gli ha chiesto di allontanare da lui quel calice amaro ma poi ha aggiunto: sia fatta la tua, non la mia volontà. E questo che ci manca: fidarci di Dio, affidarci a Lui. Finchè non ci inginocchieremo per davvero, neanche ci rialzeremo per davvero….sarà sempre e solo una amara e sbagliata interpretazione del nostro Battesimo. (FG)

Calendario parrocchiale MARZO 2023

Eccoci a Marzo cari Amici. E’ il mese che ci prepara, con la Quaresima, alla Pasqua del Signore.  Vi segnaliamo in modo particolare, l’ annuale appuntamento con le VENTIQUATTRO ORE PER IL SIGNORE  Venerdì 17 e Sabato 18, un importante momento di incontro comunitario e personale con Gesù solennemente esposto,  per invocare il suo aiuto  alla risoluzione dei problemi del nostro tempo. Buona lettura!

Domenica 19 febbraio: VII° Tempo Ordinario

Ma quanto ci vuole a capirlo? Dio ci vuole Santi! Ogni riga della Liturgia della Parola di  questa domenica parla di santità ma, visto che siamo testardi, continua ad insegnarci come  la si ottiene. Inizia con la prima lettura: “Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono  santo. Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo  prossimo, così non ti caricherai di un peccato per lui. Non ti vendicherai e non serberai  rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il  Signore”. Quindi ci dice: AMA SEMPRE, SEMPRE, SENZA PAURA O  TENTENNAMENTI!!…Si continua con la seconda lettura: “Fratelli, non sapete che siete  tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio  distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi.” E già, siamo tempio di Dio  perché lo Spirito Santo abita in noi e ci rende capaci di amare con quello stesso amore col  quale ci ama Dio. Poi, vogliamo parlare del Vangelo? Non abbiamo più scuse se diciamo  di non capire; proseguendo con i suoi “ma io vi dico” Gesù indica chiaramente qual’ è la  strada da seguire per essere Santi. Oltre alla nostra innata mania di protagonismo, avverso  al nostro modo egoistico di amare, Cristo ci dice che amare è semplicemente rinnegare se  stessi e fare spazio agli altri…tutto qui. Ma per noi è difficile, anzi spesso impossibile farlo.  Pensare di perdonare chi ci fa un torto? Ma quando mai? Al massimo riusciamo a dire …ti  perdono, ma non dimentico! E che perdono è? Leggiamo l’ultima parte del bellissimo brano  del Vangelo di oggi: “se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno  così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di  straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il  Padre vostro celeste”. Gesù non vuole le nostre convenievoli abitudini. Lui ci pretende  perfetti! e alla perfezione possiamo arrivarci solo se stravolgiamo la nostra mentalità, se  combattiamo tutto il male che ci circonda con il bene…con quell’ amore che è carità pura  la quale non si vanta, non si gonfia non manca di rispetto…tutto copre tutto spera e sopporta  e per questo eterna così come Dio è amore eterno. Lui ci ha dimostrato come si ama  facendo allargare le braccia del Figlio sulla Croce. Allarghiamo anche noi le nostre braccia  ed accogliamo questa parola che ci salva. Invertiamo la nostra mentalità cercando di fare  del nostro prossimo, non un “FUTURO CHE AFFRONTERO’ ” quando e se ce ne sarà  bisogno, ma un “PRESENTE DA VIVERE QUOTIDIANAMENTE” che ispira le mie giornate  e me le fa trascorrere orientate verso il suo bene. Certo, dobbiamo “dimenticarci” di noi  stessi, abbassare il nostro superficialismo ed orgoglio e facendo nostro quel che ancora  scrive Paolo a Corinzi quest’ oggi: “nessuno ponga il suo vanto negli uomini, perché tutto è  vostro: Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro!  Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio.” Viviamo in quest’ ottica, nulla ci mancherà!  Buona domenica.   (FG)

Sesta domenica del tempo Ordinario: 12/02/2023

Definirei questa giornata  la “DOMENICA DEL MA IO VI DICO”. Gesù vuole farci capire cosa significa essere veri fedeli. Egli sa bene che il nostro comportamento cristiano convive male con l’ essere uomini e donne del mondo. Siamo abituati a vivere  ponendo la nostra persona al centro di tutto  e dimenticandoci di quel comandamento primo che ci parla di AMORE.  Addirittura Gesù, nel Vangelo di oggi, ci invita ad uscire di Chiesa se abbiamo qualcosa contro un fratello…”prima va a riconcigliarti con lui”….quanti rimarrebbero seduti?…non lo sò. Ci viene da dire ” che esagerazione!” ma non lo è. Quei “ma io vi dico” ci indicano il vero senso dei comandamenti  che si, sono regole, ma regole dettate dall’ amore e da vivere quindi, in tale ottica. Molte volte facciamo più danno con una parola detta male che con uno schiaffo. Gesù ci invita a capire che anche solo pensando di fare una cosa sbagliata, abbiamo già peccato. Allora ci serve un cambio di mentalità. Dobbiamo rispettarci gli uni gli altri  attraverso la sapienza di Dio che ci indica la strada con  quelle cose,  « che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo”  cose che, leggiamo da S. Paolo nella seconda lettura odierna, “Dio ha preparate per coloro che lo amano”. Ecco il punto! Dobbiamo aprire il nostro cuore allo  Spirito Santo il quale ci fà capire come si ama davvero Dio e i fratelli! che ci fà vedere oltre quel nostro  semplice osservare freddo e distaccato la legge del Signore. Quando non lo capiamo, crocifiggiamo anche noi Gesù Cristo come i dominatori dei quali ci parla sempre Paolo. Professavano senza amore! e senza amore, Dio non  era in loro! Oggi siamo richiamati a cercare di vivere in profondità e completezza il nostro essere di Cristo! Le mezze misure non dovrebbero far parte di chi si professa cristiano. Gesù conclude il Vangelo di oggi con molta chiarezza: “Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno». Allora facciamo tesoro di questi odierni “ma io vi dico”  perchè possono veramente insegnarci a vivere da veri figli e fratelli e farci Santi perchè, ricordiamoci (l’ho ascoltato in un’ omelia di un Vescovo) O SANTI O NIENTE!! TUTTO IL RESTO SONO CHIACCHERE! Buona domenica. (FG)

5 FEBBRAIO: Quinta domenica del Tempo ordinario

Una persona amica mi ricorda spesso, che  la stola obliqua e la dalmatica che indosso durante le Celebrazioni non sono  solo  paramenti liturgici, ma anche il simbolo del mio ministero che  è SERVIRE- ESERCITARE LA CARITA’! La ringrazio per ricordarmelo! Quindi quella stola, io devo portarla virtualmente tutto il giorno. In effetti il mio rischio (e permettetemi, il rischio di ciascuno di noi battezzati e chiamati perciò tutti ad annunciare) è quello di dimenticare che dobbiamo servire con carità e cercare di farlo bene. Oggi la Parola di Dio proclamata non dà adito ad equivoci. Dobbiamo essere SALE E LUCE,  e più meno lo siamo tutti. Dobbiamo però stare attenti a non essere troppo salati! Quando il nostro servizio diventa un porsi al di sopra degli altri, quasi a ergerci come esempi da imitare, diventiamo troppo salati. Rileggiamo attentamente la prima lettura…Isaia parla chiaro. Il digiuno che chiede il Signore è diverso da quello che pratichiamo. L’ elenco puntualizza quale deve essere il nostro modo di “servire”. Sarà fruttuoso solo (leggo Isaia)  “Se toglierai di mezzo a te l’oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se aprirai il tuo cuore all’affamato, se sazierai l’afflitto di cuore…” E si,,,sono troppo salato!  e una pietanza salata è immangiabile. Non servo come si deve! Sono spesso al contrario di quel che scrive Paolo. Rileggiamo anche la seconda lettura ai Corinti : “….Mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione. La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.” Ecco qual’ è il mio problema! Salgo sull’ altare credendo di essere arrivato al top e ne scendo portandomi dietro, non la carica dello Spirito di Gesù Cristo il quale ha parlato agli ultimi mettendosi al loro stesso livello, ma la presunzione di sentirmi arrivato e in grado di insegnare! Paolo ci ricorda di predicare ai Fratelli mediante la potenza di Dio: Egli ci ha dimostrato come  si ama e si serve. Se riusciremo ad imitarlo, la nostra  luce risplenderà davanti agli uomini, i quali vedranno le nostre opere buone e renderanno gloria al Padre  che è nei cieli (ho parafrasato la fine del Vangelo odierno). In poche parole NOI DOBBIAMO ANNUNCIARE GESU’ CRISTO E IL SUO VANGELO, NO NOI STESSI E LA NOSTRA VITA! Sentiamoci salati fratelli, ma al punto giusto! Il sale messo nelle pietanze con il giusto dosaggio le rende appetitose. Anche noi col giusto dosaggio di fede e comunione nello Spirito Santo potremo servire e annunciare in modo credibile e appetitoso  il Vangelo sempre comunque e dovunque. Penso spesso, a quanto mi disse un  Vescovo: Ricorda: “SE NON SERVI….NON SERVI!!!”……..  Buona domenica (FG)

IV° domenica del tempo ordinario

Sapete quante volte nelle Scritture è citata la parola BEATO?…più di 110…questo ci fà capire quanto è importante la beatitudine, sinonimo di felicità. Solo “Dio è veramente beato”, mentre l’uomo è “beato” se diviene “partecipe della essenziale beatitudine di Dio”.  A ragione ce lo dicono i Padri della Chiesa . L’ uomo diventa “beato” solo quando trova piena felicità nella “beatitudine divina”. Ma andando più nel profondo, cosa ha voluto dire Gesù in quel suo primo discorso del Vangelo di Matteo? Non riduciamolo ad un semplice “fate i bravi”….non è questo. Piuttosto  direi che è una chiamata pressante a trovare quella gioia nell’ essere il meno del meno, a vivere nell’essenzialità della mitezza, della purezza del cuore e della mansuetudine. Modi di essere che agli occhi del mondo sono inutili, inessenziali, ma che a quelli di Dio, invece, garantiscono una promessa: quella del Regno dei Cieli! Ce lo ricorda bene anche Paolo nella seconda lettura di oggi “quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono, perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio.” Gesù dalla montagna in quel tempo, dall’ ambone delle nostre Chiese oggi, ci dice come dobbiamo presentarci ogni giorno a lui:  FELICI! felici di essere al contrario di come ci vuole il mondo. Felici perchè consapevoli che quel modo di essere, E’ IL VANGELO!   è fare in modo che tutti vengano attratti da quella felicità sublime, fatta di cose vere che non rendono infelici..tutt’ altro! fanno scoprire la gioia dell’ essenzialità di una vita donata e vissuta camminando con un Dio che per primo si è fatto mite, umile, misericordioso, mansueto e così via.  Allora non preoccupiamoci di chi ci commisera perchè siamo beati….rallegriamoci piuttosto perchè stiamo vivendo come vuole Gesù,  stiamo facendo quello che ci chiede:ESSERE FELICI E FAR CONOSCERE ANCHE AGLI ALTRI CHE LA VERA FELICITA’ E’ QUESTA,    non quella che ci promette il mondo! (FG)

Domenica 22 Gennaio:TERZA “PER ANNUM”

Convertirsi perchè il Regno di Dio è vicino. Cambiare strada per andare verso…che cosa? Verso qualcosa di nuovo, una vita tutta nuova indicata dal Vangelo, che Gesù ci ha illustrato con la sua stessa vita terrena. Lui l’ha vissuto fino a morire per gli altri. Coloro che agli inizi della nostra storia “hanno lasciato tutto per seguirlo” hanno ribaltato la propria esistenza per “andare dietro” a quel fantastico personaggio il quale era venuto a portare luce laddove fino a quel punto c’era stato sempre buio. Insomma, oggi il Vangelo ci parla di CHIAMATA E RISPOSTA. Una chiamata rivolta ai più umili ai quali però è affidata una grande opera, quella come dice Paolo nella seconda lettura di oggi, di “annunciare il Vangelo, non con sapienza di parola, perché non venga resa vana la croce di Cristo.” Facciamo anche noi la scelta di seguire la luce che è Gesù. Egli ci precede ma ci lascia mai soli. Anche quando ci sentiamo stanchi e delusi, guardiamo avanti e annunciamo  l’ amore scaturito dalla Croce di Cristo facendo della nostra stessa vita, un sacrificio d’ amore verso gli altri. Ci sono di esempio  persone normali come noi… Pietro, e Andrea suo fratello, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello. La loro risposta positiva è servita anche a noi, visto che siamo qui oggi…anche dalla nostra pronta e decisa risposta potrebbe dipendere il domani di tanti altri nostri fratelli. (FG)

15 gennaio: II° domenica del tempo ordinario

Il grande Profeta Giovanni Battista, riconosce ancora una volta il Messia e lo indica come l’ Agnello che toglie i peccati del mondo.  Aveva già  sussultato di gioia nel grembo di Elisabetta quando quest’ ultima si incontrò con Maria, anch’ essa incinta.  Gesù, ci viene presentato come salvatore dai nostri peccati. Egli infatti, agnello buono e mansueto, dona la sua vita per riscattarci dal peccato e dalla morte. Dio, cari Amici, ci ama! desidera il meglio per noi. Non può vederci vivere nel buio del nostro peccato. Dio vuole che ci amiamo come lui ci ama e per dimostrarci come si fà, ha mandato suo Figlio. Gesù Cristo Salvatore, ha allargato le braccia sulla croce per amore e ci chiede solo una cosa: RICONOSCERLO! così come ha fatto il Battista. Non ci vuole molto. Lo Spirito Santo che ciascuno ha ricevuto, ci aiuta in questa ricerca. Gesù è il fratello che cammina accanto a noi, Gesù è nostro Marito o Moglie, è nostro Figlio, è un nostro conoscente o uno che ci stà antipatico, è una persona che cammina per le strade del nostro mercato e fa la spesa come noi…insomma Gesù è il nostro quotidiano nel quale dobbiamo amare. Amare sempre! senza unità di misura! Amare significa dimenticarci di noi stessi e immedesimarci negli altri. Farci “altro” ma, pensandoci bene…non ha fatto così anche Gesù? E venuto in prima persona per essere come uno di noi, ma con l’ intento di farci diventare come lui. Possiamo farlo avendo  misericordia, dimostrandoci caritatevoli verso il nostro prossimo ma, ricordiamoci che  CARITA’ significa AMORE….e dove c’è AMORE, lì c’è DIO! Forse in quel momento, l’ avremo riconosciuto.  (FG)

CALENDARIO GENNAIO/FEBBRAIO 2023

Amici,  come vedete dal titolo, questa volta nella finestra dell’ home-page “CALENDARIO” troverete la pubblicazione che comprende due mesi: Gennao e Febbraio appunto. Leggendola, vedrete i molti appuntamenti riportati. Ve ne segnaliamo due: la SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’ UNITA’ DEI CRISTIANI” (18-25 gennaio) e l’ L’ INIZIO DELLA QUARESIMA IL 22 FEBBRAIO. Vi auguriamo  buona lettura, sperando di incontrarvi nella nostra casa comune che è la Parrocchia!

25 dicembre 2022: NATALE DEL SIGNORE

E’ NATALE! “Il Verbo si è fatto carne ed è venuto in mezzo a suoi!..A coloro che lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio.” (Gv. 1, 1-18) Avete letto bene? CI HA DATO IL POTERE DI  DIVENTARE SUOI FIGLI! E’ una grande opportunità che non dobbiamo perdere. Dobbiamo approfittarne con gioia! S.Leone Magno in uno dei suoi discorsi oggi proposti nell’ Ufficio delle letture, scrive: “Non c’è spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita, una vita che distrugge la paura della morte e dona la gioia delle promesse eterne. Nessuno è escluso da questa felicità: la causa della gioia è comune a tutti perché il nostro Signore, vincitore del peccato e della morte, non avendo trovato nessuno libero dalla colpa, è venuto per la liberazione di tutti. Esulti il santo, perché si avvicina al premio; gioisca il peccatore, perché gli è offerto il perdono; riprenda coraggio il pagano, perché è chiamato alla vita.” Ce n’è per tutti! Dio non esclude nessuno dalla chiamata ad essere suoi figli e lo fà quotidianamente! Usciamo dall’ ipocrisia di essere “buoni a chiamata” o solo nei giorni di festa. Smettiamola  di ricordarci di Gesù solo il 25 dicembre o nelle altre feste comandate. Gesù Cristo è in mezzo a noi ogni giorno per insegnarcui come amare gli altri, per farci “accorgere dell’ altro” che ci stà accanto con la propria esperienza quotidiana, il quale può o no porgerci la mano per chiederci di camminare assieme, di condividere insieme questa vita, che  è una continua personale e comune CHIAMATA AD ESSERE FIGLI DI DIO… perchè, attenzione: se siamo figli di un unico Dio siamo anche fratelli tra noi! ognuno con i propri limiti e difetti ma tutti chiamati a riscattarci dalle nostre storture le quali travisano l’ essenza vera della vita. Leggiamo come conclude   S. Leone Magno la lettura di oggi: “Ricorda che il prezzo pagato per il tuo riscatto è il sangue di Cristo.” Buon Natale! (FG)

Quarta domenica di Avvento 18 dicembre

Abbiamo acceso l’ ultima candela della corona, tradizionalmente dedicata agli Angeli. Queste creature celesti assumono nella liturgia odierna un ruolo importante: ANNUNCIANO. Si fanno latori di un messaggio importante che Dio ha loro affidato per portarlo a persone  da Lui scelte. Ad una donna ed un uomo “normali” i quali però dalla loro normalità hanno tirato fuori la parte migliore quella cioè di buttarsi, di fidarsi. E’ una decisione che cambierà la loro vita.  Dal loro sì, ne sono scaturiti tanti altri, da altrettante persone “normali”. Pensiamo per un attimo a Paolo,..Saulo fino ad un pò di tempo prima persecutore dei  cristiani, fin quando il Signore  lo fà diventare “apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio – che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture e che riguarda il Figlio suo,…. per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli, per suscitare l’obbedienza della fede in tutte le genti, a gloria del suo nome.” (2° lettura Rm 1, 1-7). Questo per dire, che tutti siamo chiamati. A ciascuno viene annunciato qualcosa e quel qualcosa,  è destinato a diventare grazia per tutti. Anche noi come Maria e Giuseppe e Paolo e tanti altri che ci hanno preceduto, possiamo ricevere e distribuire grazia! basta fidarsi! basta uscire dalla nostra “normalità” e entrare nella novità che ci annuncia il Vangelo. Un Vangelo dettato da quel “Dio salva” (questo significa Gesù) e da quel “Dio con noi” (questo significa Emmanuele). Dio ci salva se noi lo facciamo stare con noi! Dio sta con noi se passiamo dal  vivere non  solo di parole, ma soprattutto di fatti! (FG)

 

11 dicembre: Terza domenica di Avvento

Non è priva di risposta la domanda che Giovanni, imprigionato, fà a Gesù: Sei Tu quello che aspettiamo o deve venire un altro? Il grande Profeta, lo chiede perchè trovandosi in restrizione, sente solamente, ma non può vedere di persona colui del quale ha profetizzato la venuta. L’ ha sentita dire da coloro che lo vanno  a trovare in carcere.  Gesù gli risponde con la serie di avvenimenti che circondano il suo operato: i morti risuscitano ai ciechi è ridonata la vista e così via come se fossero una prova…Non so se anche a te, come a me, è balzata d’ un tratto davanti agli occhi la propria esperienza di vita. Quel  “sento ma non vedo” è il mio compagno di viaggio. Mi faccio costantemente delle domande se quello in cui credo  è qui, con me. Cerco continuamente le “prove” che mi rassicurino  di non essermi sbagliato. Sento tante voci qua e là…stò in   prigione: quella  della mia vita, che   mi fà solo sentire ma non vedere.  Sento,  la Parola di Dio e aspetto che mi si modelli addosso in modo da poter dire “ho trovato Dio” lui è qui con me! Ma non è così. Quasi ho paura di fidarmi. Ci credo, si! certamente, ma ci vado con i piedi di piombo…Sei tu Signore che mi sei accanto? Anche quando quella tua presenza mi è scomoda? Ti sento o ti ascolto? Non è che per caso le mie angosce, paure e insicurezze mi  bloccano e non mi consentono di muovermi liberamente, per far si che quella Parola  si animi e diventi quel Dio che cerco e aspetto? Consentimi allora, Gesù, di riuscire a capire che tu vieni per condividere con me la mia prigione e  aiutarmi ad  uscirne, perchè la tua presenza mi libera da tutto ciò che è angoscia, paura, rifiuto, disperazione.  Se capita così anche a te, che stai leggendo, allora  ripeti con me il ritornello del Salmo di oggi (145): VIENI, SIGNORE, A SALVARCI! (FG)

8 DICEMBRE: IMMACOLATA CONCEZIONE

Due donne ci accompagnano quest’ oggi  nella sequenza della Liturgia della Parola.  Nella prima lettura dal libro della Genesi 3, 9-15.20 c’è EVA la quale provoca la frattura tra Dio e l’essere da Lui creato. Nel Vangelo di Luca al cap. 1, 26-38 ci viene raccontata l’esperienza di un’ altra donna, MARIA, chiamata a essere la madre di colui che doveva “riparare” questa frattura. Eva e Maria, le due faccie della nostra vita, le due strade che ognuno di noi può intraprendere nel cammino terreno. Cisacuno è chiamato, ad ognuno è rivolta una domanda, viene fatta una proposta. Stà a noi rispondere con la consapevolezza che da quella risposta dipende tutta la nostra vita. Possiamo far finta di niente e fare gli EVA della situazione, oppure rispondere “ECCOMI” come MARIA.  Se risponderemo così,  la nostra esistenza cambierà radicalmente perchè come Maria  accoglieremo il Signore dentro noi, diventeremo “suo tabernacolo”. Anche noi, dicendo “SI”  in maniera convinta, sicura, umile e disponibile, diventeremo in un certo senso un grembo che genera amore, così come Maria dal suo grembo ha generato il DIO FATTO UOMO, AMORE ETERNO. Allora, preghiamo anche noi  quest’ oggi e sempre, con il nostro personalissimo Magnificat non adattato alla nostra vita, ma a quella di colui che ci chiama e che non ha per noi altro programma se non quello di farci promotori del sua Amore in mezzo ai fratelli. Buona Festa.!(FG)

2° domenica di AVVENTO 4 dicembre2022

Il Vescovo Eusebio,  nell’ Ufficio dele letture odierne, commentando Isaia dice che “Dio stava per venire in quel deserto, da sempre impervio e inaccessibile, che era l’umanità. Questa infatti era un deserto completamente chiuso alla conoscenza di Dio e sbarrato a ogni giusto e profeta. Quella voce,  però, impone di aprire una strada verso di esso al Verbo di Dio; comanda di appianare il terreno accidentato e scosceso che ad esso conduce, perché venendo possa entrarvi: Preparate la via del Signore (cfr. Ml 3, 1)”. Come possiamo preparare la strada al Signore che viene? ci risponde sempre il Vescovo Eusebio :   “Preparazione è l’evangelizzazione del mondo, è la grazia confortatrice. Esse comunicano all’umanità la conoscenza della salvezza di Dio.” ..conoscere la salvezza di Dio. Essere consapevoli che lui viene a salvarci da tutto ciò che ci rende troppo umani e poco santi.  A questo siamo chiamati:  ALLA SANTITA’ !  Se riuscissimo a far nascere dentro noi Gesù,  se la sua voce irrompesse con forza dentro il nostro personalissimo deserto, se gli aprissimo le porte del nostro piccolo impervio mondo e dessimo a Lui la possibilità di parlarci, allora si, saremmo come quella città posta su  di un alto monte, la quale è in grado di evangelizzare perchè essa a sua volta è stata per prima evangelizzata! La seconda candela della corona di Avvento che oggi viene accesa, simboleggia proprio la nostra chiamata alla salvezza. Buona domenica. (FG)

Prima domenica di AVVENTO 27 novembre 2022

Andiamo con gioia incontro al Signore! Questo invito , lo annunciamo noi stessi ripetendo il ritornello del salmo responsoriale (il 121) di questa domenica. Andargli incontro con gioia! l’ incontro col Signore dovrebbe essere per ciascuno di noi motivo di gioia, così come siamo felici quando incontriamo un nostro parente o amico che non vediamo da tempo. Nelle letture di questa domenica (che sono dell’ anno A) vengono descritte catastrofi e disastri inimagginabili ma leggendo tra le righe, possiamo applicarle alla nostra quotidianità. Catastrofe e disastro  è la nostra condotta di vita, la quale ci allontana da Dio non permettendoci di pensare a quell’ incontro che con Lui avremo, non solo alla fine della nostra vita, ma quotidianamente. Sarà normale incontrarlo  se, come ci ricorda Paolo nella seconda lettura, vivremo onestamente  come in pieno giorno, lontani cioè da quel buio creato  dalle nostre gelosie, egoismi, maldicenze, arrivismi tutte cose che spengono attorno a noi la luce che ci fa seguire la strada giusta  la quale ci permette di trovare Gesù …sempre…non solo a Natale! Quando Matteo nel Vangelo odierno ( il quale ci accompagnerà durante questo anno liturgico)  racconta quanto disse Gesù ai discepoli (riferendosi chiaramente al giudizio finale), non lo fà per terrorismo psicologico o per impaurirci, ma solo per ricordarci ulteriormente che i disastri quotidiani del nostro vivere ledono la nostra dignità di figli di Dio, offendono la nostra inteligenza e ci allontano dall’ incontrare quel Dio buono e misericordioso che ci salva, raddrizza la nostra strada e ci fa vivere coerentemennte nell’ amore.  Questo è secondo me l’ Avvento! Tempo liturgico spesso poco valutato e  forse vissuto con poco entusiasmo. Un Avvento giornaliero durante il quale possiamo   andare verso  Gesù,  felici e trepidanti  per quell’ incontro che dà senso alla nostra vita ! con la speranza di vivere già in Lui,  quando  l’ incontreremo definitavemente al termine della nostra giornata terrena.  FG

CALENDARIO DICEMBRE 2022

Eccoci giunti all’ ultimo mese dell’ anno.  Ultimo in posizione ma non in importanza. Non è necessario ricordare i tanti momenti importanti che celebreremo durante dicembre…il periodo d’ Avvento, la solennità dell’ Immacolata, il Natale del Signore. Tutte queste importantissime feste saranno precedute da momenti di preparazione ai quali siamo chiamati tutti a partecipare con fede. Giorni e orari li trovate come al solito aprendo la finestra CALENDARIO della pagina principale. Buon cammino!

IL CALENDARIO DEL MESE DI NOVEMBRE

Carissimi, eccoci giunti a novembre, il mese tradizionalmente dedicato a tutti i fedeli Defunti, il quale però, inizia con la Solenità di TUTTI I SANTI. La vita vissuta in completo abbandono a Dio e secondo quelle “beatitudini” che ci vengono proposte in tutte due le celebrazioni (dei Santi e dei defunti) non ci fa pensare alla morte come alla fine di tutto ma, viceversa, all’ inizio di una vita nuova come SANTI… se appunto, avremo vissuto qui sulla terra riconoscendo negli altri il volto di Dio. Nel calendario (cge trovate nell’ apposita finestra del sito) troverete scaditi tutti gli appuntamenti in merito a queste ed altre liturgie.

Accompagnamo con la preghiera i ragazzi che iniziano o continuano il percorso catechetico: anche a loro è affidato il futuro della Chiesa. Anche loro come noi tutti, dobbiamo farci promotori di BEATITUDINE in mezzo ai fratelli!