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Calendario Dicembre 2024

Cari Amici, eccoci giunti al termine di questo anno 2024. Il mese di Dicembre come sempre, è importante per tutte le solennità che contiene: l’ IMMACOLATA l’8 , Natale il 25 e, questo anno la grande apertura del GIUBILEO 2025 che ne coronerà la conclusione. Consultate il CALENDARIO che abbiamo pubblicato nell’ apposita pagina del sito e  troverete tutti gli appuntamenti dettagliati. 

Cristo Re dell’ universo

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».Parola del Signore

Riflettiamo:

Per ben dieci volte Giovanni nel suo Vangelo (che oggi sostituisce   quello di Marco) cita la regalità di Cristo. Osserviamo la particolarità di questa regalità. C’è una croce come trono, un’intreccio di spine per  corona, un’ ascesa al trono  fatta di incomprensioni,  oltraggi e prepotenze conclusa con  la salita del Golgota per l’ incoronazione finale. Se dovessimo dare un giudizio dal punto di vista umano a questo principe futuro Re, gli diremo sicuramente di lasciar perdere. Difatti se rileggiamo tutti i passi dell’ Evangelo proposto da Marco in questo anno liturgico che si avvia alla conclusione, non vediamo altro che critiche e incomprensioni nei confronti del Cristo e non solo dalla sua platea “occasionale” ma anche e soprattutto, purtroppo, dai suoi Discepoli  i quali non avevano capito bene cosa significava per Gesù essere il Re. Gli Apostoli non avevano ben chiara la differenza tra divino e umano. II regno che andava raccontando il Signore era un regno di amore, giustizia e pace e proprio perchè tale ETERNO! S Agostino a proposito di questo Regno dice che è qui, ora fino alla fine dei tempi ma che non appartiene a questo mondo perchè ci sta solo come pellegrino.  Ma anche l’ uomo è pellegrino su questa terra e durante il suo breve o lungo pellegrinaggio dovrebbe cercare di capire cosa significa eternità! Quando lo capirà,  avrà instaurato il regno dentro se stesso.  Giovanni nel suo Vangelo precisa a chiare lettere questo discorso quando dice “quanti confidano il lui comprenderanno la verita!” Cos’è alla fine la verità? Non è altro che il Vangelo, la buona novella.  Sempre durante quest’anno liturgico  l’ Evangelista Marco ci ha aiutato a scoprire il regno e capire   che le sue fondamenta si chiamano semplicemente amore! L’ amore divino che ci viene proposto è nettamente diverso dal nostro amore terreno e con lui  si scontra in maniera netta al punto che non ci capiamo più niente e ci trasformiamo in tanti Pilati che chiedono a Gesù : -ma tu di che regno sei?- Il suo regno è scomodo perchè ci mette davanti a delle scelte che non ci permettono  di lavarci le mani e lasciare tutto com’è. Gesù  non è un Re che vuole imporci a tutti i costi il suo volere. Lui vuole solo essere chiamato Padre, e che cosa non fà un papà per i figli?  li ama sopra qualsiasi cosa ed è disposto a  dare la sua vita per loro.  Egli al quale ci rivolgiamo guardando in cielo è qui con noi, adesso!  e allora quale modo migliore di concludere questa riflessione se non con la preghiera che ci ha insegnato questo Re-Padre? :

Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Così sia, fratelli e sorelle! FG

XXXIII° Domenica del tempo ordinario

Oggi il Vangelo ci parla delle cose ultime, (èskhatos in greco)    proponendo uno scenario apocalittico che non ci piace e sul quale  ci fermiamo poco a riflettere. Pensarci ci fa paura ci disturba. Esorcizziamo l’argomento col da farsi quotidiano. Ma la verità è che guardiamo all’ èskhatos  nel modo sbagliato. Cos’è la fine della quale parla Gesù? e soprattutto riusciamo a capire che lo fa riferendosi ad un nuovo inizio? Dobbiamo  pensare non  tanto “alla fine  del mondo”, ma “al fine del mondo!” alla e al (fine) ne cambiano il senso. Qual’è il fine della nostra vita? E’ morire al male e alla morte e risorgere alla vita eterna nel Regno di Dio che è fatto di amore, giustizia e pace. Ciascuno di noi è chiamato a costruirlo qui, già da oggi. Noi dobbiamo fabbricare un pezzetto di mondo nuovo nella nostra quotidianità affinchè insieme ai pezzetti fatti dagli altri fratelli si formi il Regno eterno del quale parla Gesù.  Le nostre certezze e il nostro egocentrismo la fanno da padrone e ostacolano il percorso. Ma prima o poi arriva  un momento nel quale  tutto cambia. Quando tutto traballa e le nostre certezze ci abbandonano c’è solo uno che resta e  ci  rassicurara: Dio, l’ Eterno! Egli ha sempre qualcosa  da darci e dirci. Riuscire a vivere concretamente la speranza in Lui, significa aver già trovato le cose ultime. Il problema quindi  non è pensare a se, quando e come il mondo finirà, ma  cercare di farlo finire quotidianamente nel nostro ego, superficialismo e indifferenza. Il linguaggio apocalittico usato da Gesù è, come dicevo prima, il linguaggio della nostra crisi e dei nostri limiti, che sta al di fuori dell’ umana comprensione . Ma sicuramente questa crisi che ci provoca a metterci in gioco, ci aiuterà a comprendere qual’è la meravigliosa novità del dopo che ci viene proposto. F.G.

XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, seduto di fronte al tesoro [nel tempio], osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

Riflettiamo: 

Non è questione di quantità ma di qualità! Oggi sia la prima lettura sia il Vangelo parlano di affidamento totale a Dio anche quando ci sentiamo insicuri. D’altronde il nostro problema è sempre stato il rischio…e noi preferiamo evitarlo. E’ la disperazione spesso a farcelo accettare  “tanto cosa ho da perdere…” ci viene da pensare quando ci rivolgiamo a Dio perchè non sappiamo più a cosa aggrapparci. L’esempio delle due povere vedove, è  eloquente perché sia nell’ una sia nell’ altra si vede il totale abbandono  senza pensare al dopo . La casta alla quale pensiamo di appartenere perchè investiti di una certa missione  nella Chiesa ci fa perdere di vista che solo nella nostra povertà di cuore riusciamo a donarci completamente. Chi è povero e umile riesce a togliersi tutto, anche lo stretto necessario per donarlo a Dio e credo che non ci sia gioia più grande se non quella di consegnare a Lui tutta la nostra povertà. Poveri e umili, così ci vuole il Signore perchè in questo modo riusciamo a capire il potere del “dono totale”. Gesù Cristo, Dio povero e umile, ha donato tutto se stesso per noi..dovremo prender esempio da Lui. Devo io per primo ricordare che “la veste sacra” che indosso quando celebro in Chiesa, me la devo mettere anche fuori la Chiesa quando celebro con la “Chiesa Popolo di Dio” il Mistero di fede e  salvezza che Gesù Cristo ha offerto gratuitamente a ciascuno : ricchi o sapienti, poveri o disperati, negligenti o disinteressati insoddisfatti o indecisi e così via…Chiediamo allora a Dio che possiamo sempre rimanere poveri, perchè solo così il nostro cuore non si inorgoglisce e noi riusciamo a  essere più veri e seri e magari anche a credere per davvero…. allora il nostro donarci sarò di qualità eccellente! Buona domenica. FG