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Mar 05
CALENDARIO MARZO 2025
Cari Amici, nella finestra della pagina principale, troverete al solito quella dedicata al calendario. Abbiamo pubblicato quello di Marzo con tutti gli appuntamenti che rigardano la’inizio della Quaresima, le 24 ore per il Signore etc..Leggendolo potrete organizzarvi per partecipare a tutte le Celebrazioni, alle quali vi aspettiamo per pregare insieme e fare “famiglia” nel nome di Cristo!
Feb 16
Sesta domenica del tempo ordinario 16 febbraio 2025
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne. Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:«Beati voi, poveri,perché vostro è il regno di Dio.Beati voi, che ora avete fame,perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,perché riderete.Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,perché avete già ricevuto la vostra consolazione.Guai a voi, che ora siete sazi,perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,perché sarete nel dolore e piangerete.Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».
RIFLETTIAMO:
Devo confessarvi che non era questa la prima riflessione che ho scritto, ma poi ho ascoltato la conferenza di un Sacerdote il quale ha avuto alcune espressioni forti, una tra le quali è questa: “La più grande grazia che mi ha fatto Dio, me l’ha fatta attraverso chi mi ha fatto del male!” Sono rimasto per un attimo sbalordito e mi son chiesto: “ma come, Dio mi dà le grazie attraverso chi mi fa del male?” Poi ho letto e riletto il brano del Vangelo di questa sesta Domenica del Tempo Ordinario nel quale Luca dice, per quattro volte, “beati voi poveri perché vostri è il regno di Dio, beati voi che avete fame, beati voi che ora piangete, beati voi quando gli uomini vi odieranno vi metteranno al bando, vi insulteranno, disprezzeranno il vostro nome come infame a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché ecco la vostra ricompensa nei cieli è grande”. E poi per altre quattro volte : “guai a voi, ricchi,perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti”. Ho avuto l’ impressione che il Relatore che ho ascoltato aveva ragione: più sono nella prova più divento piccolo povero e fragile e meglio ascolto Gesù! Poi mi sono pure andato a leggere la seconda lettura dell’ufficio delle letture di quest’oggi. E’ un commento al diatessaron di Sant’Efrem Diacono che puntualizza il fatto che non dobbiamo addormentarci sul nostro modo di essere, cioè adagiarci su quello che facciamo e che abbiamo ricevuto, perché quello è il momento in cui ci allontaniamo da Dio e dalla sua Parola. Sant’Efrem scrive così: “ciò che non hai potuto ricevere subito a causa della tua debolezza, ricevilo in altri momenti con la tua perseveranza, non avere l’impudenza di voler prendere in un solo colpo ciò che non può essere preso se non ha più riprese”. L’insegnamento che possiamo riceverne oggi è questo, secondo me: “quando non ci crediamo padroni di tutto quello che abbiamo in questa vita, se ci facciamo poveri (di spirito..questo intende Gesù) se abbassiamo la nostra presunzione di onnipotenza, se impariamo ad amare chi ci fa del male, allora saremo beati, cioè FELICI! Non è beato chi decide in un futuro di seguire Gesù Cristo, ma chi lascia tutto e lo segue fidandosi di lui, che è morto per noi. Paolo nella seconda lettura odierna rimarca l’ indissolubile legame della vita umana basata sulla fede nella risurrezione di Gesù. Abbiamo ascoltato cosa scrive: “Fratelli, se si annuncia che Cristo è risorto dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non vi è resurrezione dei morti? Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto, e se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati.” Amici, Cristo è risorto per donarci la salvezza. Ci ha indicato un percorso chiaro. Annunciare a tutti che Lui è risorto, significa proclamare che la morte e il peccato non hanno potere difronte all’ amore incommensurabile che Dio ha per noi, un amore che lo ha spinto a far allargare le braccia del Figlio sulla croce per prendere su di sé i nostri peccati, per poi richiuderle in un abbraccio eterno di amore quando è risorto. Ho capito allora che quando sono nella prova e vengo attaccato dal male, è in quel momento che la mia umanità si fa povera e più disponibile ad annunciare l’amore di Dio. Ma, attenzione, Egli non ci vuole pezzenti o per forza addolorati, ci vuole liberi dal male e quindi felici, beati di avere in Lui il nostro tutto. C’è una esclamazione che dice “Dio è tutto!” provate a togliere l’accento alla “e” e leggerete così : “Dio e tutto” cioè, prima Lui di me stesso. Allora si, sarò beato! felice di essere povero in Lui! FG
Feb 02
2 Febbraio: Presentazione di Gesù al tempio
Dal Vangelo secondo Luca.
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
RIFLETTIAMO:
“Ora lascia, Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele” . Iniziamo la nostra riflessione con l’ inno proclamato da Simeone nel vedere adempiuta la promessa che avrebbe incontrato il Signore alla fine della sua esistenza. Oggi Maria e Giuseppe, come una normalissima famiglia presentano Gesù al Tempio. Maria ha subìto i giorni prescritti per la purificazione, previsti per le donne dopo aver partorito. Non so se avete fatto caso che Luca parla plurale nel brano che è stato proclamato, come se a questa purificazione fossero stati sottoposti tutti coloro che avevano in qualche modo partecipato al parto, quindi anche Giuseppe. Forse la mentalità dell’ Evangelista, come ci fanno notare gli Esegeti, si avvicinava a quella quella greca che prevedeva questa prassi. Ma oltre questa piccola sottolineatura, vediamo la famigliola di Nazareth recarsi al Tempio con un bambino che non è come tutti gli altri presentati, egli è il Figlio di Dio, il Signore, il quale a tutti gli effetti va a prendere possesso a pieno diritto del Tempio, Come quella di Simeone, anche la nostra vita dovrebbe essere scandita dal continuo cercare di riconoscere il Signore quando Lui ci si presenta nelle forme più svariate. A noi il compito di riconoscerlo. Possiamo riuscirci se come Simeone , siamo pieni di Spirito Santo perché è Lui che ci rende capaci di vedere la luce di Cristo e farci Suo Tempio. Il Signore tutti i giorni viene a prendere possesso del Tempio di carne che siamo noi. Noi siamo la sua custodia, il suo tabernacolo perché ci nutriamo del Suo Corpo del Suo Sangue e della Sua Parola. Questo nutrimento di grazia non deve rimanere chiuso dentro di noi, ma esternarsi attraverso la nostra testimonianza evangelizzatrice fatta di parole e di fatti, in modo che quella Parola che si è fatta carne, continui a materializzarsi attraverso noi. Il compito certo non è semplice anzi è molto gravoso perchè, come abbiamo ascoltato nel Vangelo di Luca, quel bambino che è venuto nel mondo, è segno di contraddizione e quindi anche noi, continuando a svolgere la missione di annunciatori della Sua Parola, diventeremo per forza di cose segno di contraddizione, cioè andremo a proclamare una parola diversa da quella che tutti si aspettano. La Parola di Dio disturba e dà fastidio, perciò la persona che la testimonia disturba a sua volta perché indica una strada da percorrere che va controcorrente. Però può farlo vivendo un sentimento bellissimo ma difficile da applicare: l’ AMORE! E’ questo che fa diventare l’uomo prossimo dell’altro, che fa dimenticare di se stessi e quello che si è e propendere alle necessità dei fratelli. È, come ho detto, un impegno difficoltoso per come gira il mondo oggi, ma se riusciamo a perseguirlo, potrà farci proclamare alla fine della giornata con la stessa acclamazione con la quale abbiamo iniziato la nostra riflessione: “Ora lascia, Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola, perché veramente i miei occhi hanno visto la tua salvezza!”FG
Gen 25
III° DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO -DELLA PAROLA
Dal Vangelo secondo Luca.
Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero Ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teofilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. In quel tempo Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.Venne a Nazareth dove era cresciuto e secondo il suo solito di sabato entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia, aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto “Lo spirito del Signore è sopra di me, per questo mi ha consacrato con unzione e mi ha mandato a portare ai poveri lì ad annunzio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista, a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore”. Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette.Nella sinagoga gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro, oggi si è compiuta questa scrittura che voi avete ascoltato.
RIFLETTIAMO:
In questa terza domenica del tempo ordinario la prima lettura e il Vangelo , come di solito, sono collegati tra loro e ci presentano due episodi in un certo senso simili.
Nella prima lettura ci troviamo nella Gerusalemme ricostruita, memore dell’ amara esperienza dell’esilio babilonese. E’ l’alba di un giorno (gli studiosi dicono del 444 a.C.) e nel tempio riedificato, il sacerdote Esdra, esperto nella legge di Mosè, apre il rotolo del libro e come abbiamo letto, proclama la lettura davanti a tutti coloro che erano capaci di intendere. Era considerato già tale, chi aveva tra i 10 e i 12 anni. Questo uditorio attende la spiegazione di ciò che è stato letto cercando di comprendere ciò che ha ascoltato.
Qui possiamo fare già una riflessione.
La parola di Dio, non è fredda, asettica, da “sentire” e basta, ma una realtà viva che entra e passa dall’orecchio ma non rimane solo lì: arriva al cuore. Essa deve provocare una conversione di vita, tant’è che leggendo ancora il libro di Neemia, scopriamo che il popolo si inginocchia e si prostra con la faccia a terra dinanzi al Signore, perché quella Parola gli ha convertito il cuore.
Il secondo episodio di quest’oggi è quello offerto dal Vangelo di Luca che ritroviamo nella liturgia della Parola dopo la pausa di domenica scorsa. Ci troviamo a Nazareth, dove c’è un personaggio singolare che ormai ha raggiunto una fama non indifferente: Gesù. Eccolo nella locale sinagoga: apre il rotolo del libro e comincia a leggere un passo del profeta Isaia, (identificato come il terzo Isaia, sappiamo che c’è il primo, il secondo e il terzo Isaia). Il brano proclamato parla di speranza e di liberazione. Tutti poi attendono la spiegazione da Gesù, ma Lui avvolge il rotolo, lo riconsegna all’inserviente e si mette seduto. Poi soddisfa la richiesta della platea e dice: “oggi si è compiuta questa scrittura che voi avete ascoltato”. Gesù non parla di qualcuno che verrà ma di uno che è già lì a portare salvezza e gioia. Egli dice che quella speranza, in lui si fa carne e si adempie.
Ed ecco la seconda riflessione.
Queste due scene mi fanno pensare alle nostre celebrazioni domenicali. In esse Cristo entra con la sua Parola la quale viene proclamata, spiegata e speriamo, compresa. Anche a noi, così come al popolo di Nazareth, questa Parola deve provocare conversione. Perché la Parola di Dio e il suo corpo da mangiare (che all’epoca non avevano gli uditori della sinagoga) sono gli alimenti essenziali che ci aiutano a dirigere la nostra vita verso colui che ci ama ed è venuto a salvarci. Un antico detto giudaico dice così: “Gira e rigira la parola di Dio, perché in essa vi è tutto. Contemplala, invecchia, consumati in essa, da essa non ti allontanare perché non vi è per te sorte migliore”. Bellissime queste parole! Giriamo, rigiriamo la Parola di Dio estrapoliamone tutto perché è quello il nutrimento e il modo esatto per cambiare la nostra vita per darle un vero senso cristiano ed uno slancio di amore verso gli altri e verso Dio soprattutto. Nascere con la parola di Dio, vivere, crescere, Invecchiare e morire con lei per accedere alla vita eterna.
Dobbiamo cercare Gesù nella nostra vita così come ha fatto Luca il quale, non so se ci avete fatto caso, ci presenta il Vangelo proclamato oggi, con questo inizio bellissimo: “Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin dal principio e divennero ministri della Parola di Dio, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teofilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto”. Luca con questo suo “prologo” ci insegna come possiamo organizzare la nostra vita, fidandoci di quanto ci è stato raccontato, rendendoci conto della sua solidità in modo che possa veramente rendere la nostra vita parallela a quella di Gesù Cristo vivendo in funzione del Vangelo.
La buona novella che ci è stata annunziata e tramandata, sia per noi uno stile di vita quotidiano, e non relegato solo alla domenica quando partecipiamo alla messa. Ciò che riceviamo e recepiamo durante le Celebrazioni domenicali sia il nostro biglietto da visita perchè quando usciamo dalla Chiesa, chi ci incontra possa vedere in noi i veri testimoni in della Parola di Dio.
Buona domenica della Parola a tutti!