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Cattedrale Civitavecchia

Articoli dell'autore

1° domenica di Avvento 1 dicembre 2024

Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

RIFLETTIAMO: Vi propongo di farlo con questo estratto dell’omeliadi Papa BENEDETTO XVI, per la prima domenica di avvento del 2009:

….Il significato dell’espressione “avvento” comprende quindi anche quello di visitatio, che vuol dire semplicemente e propriamente “visita”; in questo caso si tratta di una visita di Dio: Egli entra nella mia vita e vuole rivolgersi a me. Tutti facciamo esperienza, nell’esistenza quotidiana, di avere poco tempo per il Signore e poco tempo pure per noi. Si finisce per essere assorbiti dal “fare”. Non è forse vero che spesso è proprio l’attività a possederci, la società con i suoi molteplici interessi a monopolizzare la nostra attenzione? Non è forse vero che si dedica molto tempo al divertimento e a svaghi di vario genere? A volte le cose ci “travolgono”. L’Avvento, questo tempo liturgico forte che stiamo iniziando, ci invita a sostare in silenzio per capire una presenza. E’ un invito a comprendere che i singoli eventi della giornata sono cenni che Dio ci rivolge, segni dell’attenzione che ha per ognuno di noi. Quanto spesso Dio ci fa percepire qualcosa del suo amore! Tenere, per così dire, un “diario interiore” di questo amore sarebbe un compito bello e salutare per la nostra vita! L’Avvento ci invita e ci stimola a contemplare il Signore presente. La certezza della sua presenza non dovrebbe aiutarci a vedere il mondo con occhi diversi? Non dovrebbe aiutarci a considerare tutta la nostra esistenza come “visita”, come un modo in cui Egli può venire a noi e diventarci vicino, in ogni situazione?……..Cari amici, l’Avvento è il tempo della presenza e dell’attesa dell’eterno. Proprio per questa ragione è, in modo particolare, il tempo della gioia, di una gioia interiorizzata, che nessuna sofferenza può cancellare. La gioia per il fatto che Dio si è fatto bambino. Questa gioia, invisibilmente presente in noi, ci incoraggia a camminare fiduciosi. Modello e sostegno di tale intimo gaudio è la Vergine Maria, per mezzo della quale ci è stato donato il Bambino Gesù. Ci ottenga Lei, fedele discepola del suo Figlio, la grazia di vivere questo tempo liturgico vigilanti e operosi nell’attesa. Amen!

 

Calendario Dicembre 2024

Cari Amici, eccoci giunti al termine di questo anno 2024. Il mese di Dicembre come sempre, è importante per tutte le solennità che contiene: l’ IMMACOLATA l’8 , Natale il 25 e, questo anno la grande apertura del GIUBILEO 2025 che ne coronerà la conclusione. Consultate il CALENDARIO che abbiamo pubblicato nell’ apposita pagina del sito e  troverete tutti gli appuntamenti dettagliati. 

Cristo Re dell’ universo

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».Parola del Signore

Riflettiamo:

Per ben dieci volte Giovanni nel suo Vangelo (che oggi sostituisce   quello di Marco) cita la regalità di Cristo. Osserviamo la particolarità di questa regalità. C’è una croce come trono, un’intreccio di spine per  corona, un’ ascesa al trono  fatta di incomprensioni,  oltraggi e prepotenze conclusa con  la salita del Golgota per l’ incoronazione finale. Se dovessimo dare un giudizio dal punto di vista umano a questo principe futuro Re, gli diremo sicuramente di lasciar perdere. Difatti se rileggiamo tutti i passi dell’ Evangelo proposto da Marco in questo anno liturgico che si avvia alla conclusione, non vediamo altro che critiche e incomprensioni nei confronti del Cristo e non solo dalla sua platea “occasionale” ma anche e soprattutto, purtroppo, dai suoi Discepoli  i quali non avevano capito bene cosa significava per Gesù essere il Re. Gli Apostoli non avevano ben chiara la differenza tra divino e umano. II regno che andava raccontando il Signore era un regno di amore, giustizia e pace e proprio perchè tale ETERNO! S Agostino a proposito di questo Regno dice che è qui, ora fino alla fine dei tempi ma che non appartiene a questo mondo perchè ci sta solo come pellegrino.  Ma anche l’ uomo è pellegrino su questa terra e durante il suo breve o lungo pellegrinaggio dovrebbe cercare di capire cosa significa eternità! Quando lo capirà,  avrà instaurato il regno dentro se stesso.  Giovanni nel suo Vangelo precisa a chiare lettere questo discorso quando dice “quanti confidano il lui comprenderanno la verita!” Cos’è alla fine la verità? Non è altro che il Vangelo, la buona novella.  Sempre durante quest’anno liturgico  l’ Evangelista Marco ci ha aiutato a scoprire il regno e capire   che le sue fondamenta si chiamano semplicemente amore! L’ amore divino che ci viene proposto è nettamente diverso dal nostro amore terreno e con lui  si scontra in maniera netta al punto che non ci capiamo più niente e ci trasformiamo in tanti Pilati che chiedono a Gesù : -ma tu di che regno sei?- Il suo regno è scomodo perchè ci mette davanti a delle scelte che non ci permettono  di lavarci le mani e lasciare tutto com’è. Gesù  non è un Re che vuole imporci a tutti i costi il suo volere. Lui vuole solo essere chiamato Padre, e che cosa non fà un papà per i figli?  li ama sopra qualsiasi cosa ed è disposto a  dare la sua vita per loro.  Egli al quale ci rivolgiamo guardando in cielo è qui con noi, adesso!  e allora quale modo migliore di concludere questa riflessione se non con la preghiera che ci ha insegnato questo Re-Padre? :

Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Così sia, fratelli e sorelle! FG

XXXIII° Domenica del tempo ordinario

Oggi il Vangelo ci parla delle cose ultime, (èskhatos in greco)    proponendo uno scenario apocalittico che non ci piace e sul quale  ci fermiamo poco a riflettere. Pensarci ci fa paura ci disturba. Esorcizziamo l’argomento col da farsi quotidiano. Ma la verità è che guardiamo all’ èskhatos  nel modo sbagliato. Cos’è la fine della quale parla Gesù? e soprattutto riusciamo a capire che lo fa riferendosi ad un nuovo inizio? Dobbiamo  pensare non  tanto “alla fine  del mondo”, ma “al fine del mondo!” alla e al (fine) ne cambiano il senso. Qual’è il fine della nostra vita? E’ morire al male e alla morte e risorgere alla vita eterna nel Regno di Dio che è fatto di amore, giustizia e pace. Ciascuno di noi è chiamato a costruirlo qui, già da oggi. Noi dobbiamo fabbricare un pezzetto di mondo nuovo nella nostra quotidianità affinchè insieme ai pezzetti fatti dagli altri fratelli si formi il Regno eterno del quale parla Gesù.  Le nostre certezze e il nostro egocentrismo la fanno da padrone e ostacolano il percorso. Ma prima o poi arriva  un momento nel quale  tutto cambia. Quando tutto traballa e le nostre certezze ci abbandonano c’è solo uno che resta e  ci  rassicurara: Dio, l’ Eterno! Egli ha sempre qualcosa  da darci e dirci. Riuscire a vivere concretamente la speranza in Lui, significa aver già trovato le cose ultime. Il problema quindi  non è pensare a se, quando e come il mondo finirà, ma  cercare di farlo finire quotidianamente nel nostro ego, superficialismo e indifferenza. Il linguaggio apocalittico usato da Gesù è, come dicevo prima, il linguaggio della nostra crisi e dei nostri limiti, che sta al di fuori dell’ umana comprensione . Ma sicuramente questa crisi che ci provoca a metterci in gioco, ci aiuterà a comprendere qual’è la meravigliosa novità del dopo che ci viene proposto. F.G.