Articoli dell'autore
Ott 29
Trentesima domenica del tempo ordinario 29/10/2023
Paolo, Silvano e Timoteo, raggiungono Tessalonica (l’attuale Salonicco) per annunciare il Vangelo. Alcune reazioni negative all’ annuncio, li costringono a lasciare la città e di conseguenza l’opera di evangelizzazione appena iniziata. L’Apostolo delle genti è preoccupato che la comunità appena formata, possa essere oggetto di attacchi, tali da far arrestare il percorso appena intrapreso. Da Atene allora, manda a Tessalonica il suo amico Timoteo il quale ritorna da Paolo (che nel frattempo era arrivato a Corinto) tranquillizzandolo e dicendo di aver trovato una comunità fiorente la quale aveva ben messo a frutto gli insegnamenti perpetrati durante la sua missione. Decide così di scrivere loro la lettera che oggi viene proclamata in questa trentesima domenica del tempo ordinario. Ed io, ho pensato di basare la riflessione proprio su questo brano perché credo possa aiutarci a riflettere su annuncio e ascolto. Paolo, come leggiamo, si rallegra del buon esito della predicazione nonostante un circondario di natura completamente opposta e allo stesso tempo, indica alcune norme morali e organizzative della comunità, la quale, “ha accolto la Parola in mezzo a grandi prove, con la gioia dello Spirito Santo,…. è diventata modello per tutti i credenti della Macedònia e dell’Acàia…. la vostra fede in Dio si è diffusa dappertutto, tanto che non abbiamo bisogno di parlarne.” Allora mi domando, questo popolo è stato solo ben evangelizzato?, o ci ha messo del suo? Paolo nella lettera, esprime soddisfazione per il comportamento corretto riguardo l’annuncio ricevuto. Di qui capiamo che evangelizzatori ed evangelizzati devono mantenere un equilibrio costante se vogliono che la missione produca frutto. In questa prima lettera ai tessalonicesi, Paolo menziona la struttura essenziale della vita cristiana: fede, speranza e carità. Queste tre virtù che sono di Dio, devono essere anche quelle del cristiano. Solo così si possono sconfiggere gli idoli del mondo che tentano di allontanare dalla giusta via. Molte volte purtroppo, questi idoli prevalgono sul Vangelo perché noi, che dovremmo esserne gli annunciatori, non ne sfruttiamo la fortezza e lo riduciamo ad essere più debole rispetto a loro. Dobbiamo ricordarci chi è il più forte in questo mondo: è Dio e lui solo! Noi siamo la sua fortezza le sue labbra, gambe e braccia ma anche e soprattutto suo cuore! Spesso complichiamo il Vangelo con la nostra immaturità e lo annunciamo nel modo sbagliato facendolo passare non come un messaggio di amore ma solo come imposizione. Il Vangelo è si una regola, ma una regola di grazia! E ricordiamoci: è la grazia che fa la differenza perché ci guarisce e ci salva. I frutti di una sana evangelizzazione che porti gli uomini ad amarsi tra loro, come proclamato nel Vangelo odierno, saranno copiosi se lo cominciamo a proclamare camminando in ginocchio per non crederci chissà quali predicatori, senza dimenticare che noi per primi siamo stati evangelizzati. FG
Ott 22
XXIXma DOMENICA TEMPO ORDINARIO
“Buoni Cristiani e onesti cittadini.” Non è uno slogan ma ciò che dovremmo essere. D’altronde, il messaggio evangelico non si scosta molto dalla legge civile. Le dieci parole educano i figli di Dio a vivere nel rispetto Suo e del prossimo. La leggi dello Stato a loro volta, indicano quali sono le regole per condividere onestamente la cosa pubblica con gli altri cittadini. In ambedue i casi, a meno che non si viva in una dittatura, il libero arbitrio consente di osservare o meno la legge. Quella del Signore, esordisce con l’amore che si deve a Lui e prosegue immediatamente con l’altra che addirittura viene definita simile alla prima e cioè quella di amare il prossimo come se stessi. Dice Gesù che da questi due comandi dipendono tutta la Legge e i Profeti. In queste ultime domeniche, abbiamo assistito continuamente alle domande insidiose rivolte a Gesù dai rappresentanti di questo o quel gruppo religioso e attraverso le parabole delle scorse settimane, abbiamo capito quanto è difficile la pacifica convivenza tra gli uomini. Gli interessi, anche quelli più esili, finiscono per diventare l’unica ragione di vita e regolano i comportamenti in maniera tale che ognuno possa avere quel benessere solo materiale il quale consente di vivere con la regola “non ti disturbo e tu non mi disturbare”. E’ ormai normale comportarsi così e non dovrebbe esserlo per il cristiano. Ma allora come convive quest’ ultimo con la polis? San Paolo in Rm 13- 1,7, ricorda che occorre prestare obbedienza leale alle autorità dello stato. Guai se non fosse così. Il Cristiano non si pone il problema dell’osservanza delle leggi civili perché basa il suo comportamento sulla legge divina, quella che si erge sull’ amore e il rispetto. Gesù, come scrivevo prima, veniva incitato dai vari politici dell’epoca a dare una risposta, la quale, qualunque fosse stata, lo avrebbe fatto emergere come traditore del popolo che aspettava il Messia e voleva uscire dalla dittatura romana, oppure come un sovversivo anti romano. Egli capisce bene le intenzioni. Non è un politico e non vuole farsi propaganda elettorale. Non ne ha bisogno. Cristo, liberatore della coscienza ottusa dell’uomo, nella moneta che gli viene presentata, vede non un dio ma Cesare ivi impresso, al quale erano affidate le sorti della polis, e in quella polis il cristiano bene o male doveva viverci, così, lo invita a pagare il tributo. Poi però, prosegue dicendo di dare a Dio ciò che è di Dio. E di Dio è l’ uomo! Come scriveva Benedetto XVI°: “Dio ha creato il mondo per iniziare una storia di amore con l’uomo. Egli lo ha creato perché ci fosse l’amore”. In poche parole, Dio vuole che l’uomo, dirigente o semplice cittadino, renda allo stato quanto dovuto al fine della crescita del bene comune, ma gli chiede a sua volta, di rendere a fratelli e sorelle, l’amore col quale è stato creato. E’ l’unica “tassa” che vuole da lui. Questo lo renderà, concludendo così come ho iniziato, “buon Cristiano e onesto cittadino”. FG
Ott 01
XXVI° Domenica tempo ordinario 1 ottobre 2023
Se Gesù avesse rivolto a me la domanda fatta ai sacerdoti e agli anziani, cosa avrei risposto? Bè, credo che d’ impulso mi sarei espresso come loro e di conseguenza avrei ricevuto lo stesso durissimo rimprovero di Gesù. Poi, mi sarei pure offeso chiedendomi: “ma come, proprio a me? possibile che mi passeranno avanti ogni genere di peccatori nel cammino verso il Regno? eppure sono ligio al dovere, non sono uno che si tira indietro quando c’è da prestare la propria opera in chiesa. Se capita di dover aiutare qualcuno io ci sono, stò in prima fila, e allora perché questo trattamento? Semplice, perché la mia, come quella dei saccenti dottori della legge, è solo apparenza, e il mio cuore non è convertito. Sono uno di quelli che fà solo se capita. Ma la chiamata è continua, impegna ventiquattro ore al giorno. Il Profeta Ezechiele nella prima lettura, lo spiega bene. L’ impegno ad essere giusto deve essere permanente, non deve mai cessare. Invece di offendermi dopo il richiamo di Gesù, devo chiedermi: com’è il mio cuore? Quello di un convertito o di un abitudinario? Perchè questo è il problema. Convertirsi significa anche “cambiare”. In questo caso, cambiare strada stabilmente, non ad ore. Gesù vuole che si cammini con lui verso il Regno col cuore convinto e lo chiede soprattutto a coloro che dicono, o credono, di essere già convertiti e perfetti. Ma la perfezione è altro. Paolo nella lettera ai Filippesi, “canta” il bellissimo inno a Gesù Cristo il quale, “pur essendo di natura divina non ritenne un tesoro geloso la sia uguaglianza con Dio”,,,ecco il punto. Dio mi vuole come lui ma per esserlo, quanta strada devo fare! Durante il cammino devo spogliarmi di me stesso e assumere le vesti di Gesù Cristo che si fece servo per costruirmi un futuro di eternità. E mi ha aperto la strada, perchè anch’io diventi un “costruttore di futuro”. Ma devo essere convinto e felice di farlo e devo stargli dietro con le gambe e col cuore. Mi è concesso essere ultimo solo per fatica. Un ultimo così fatto, costruisce comunque il futuro e lo fà con convinzione. E’ un ultimo il quale rimane dietro a tutti ma che dal fondo fa sentire la sua presenza. Un ultimo che non si vanta, non manca di rispetto, non tiene conto del male ricevuto, che è pronto a morire a se stesso per fare spazio al fratello che gli cammina vicino, forse alla fine della fila, come lui. Un ultimo che si mette in cammino e che si fida, nell’ intimo del suo cuore, di quella voce che lo invita a resistere e camminare, e lo fà chiamandolo per nome con un timbro diverso da tutte le altre voci, perché lo fà con e per amore. Si cari amici, quella voce chiama in continuazione e si fà sentire anche e soprattutto da chi sta in fondo. E’ impossibile non sentirla. Rispondendole, come dice una canzone, ricorderemo dove porta quella strada: all’ incontro con Lui!FG
Ott 01
CALENDARIO PARROCCHIALE OTTOBRE 2023
Amici, entriamo nel mese di Ottobre tradizionalmente dedicato alle MISSIONI. Se consulterete il calendario nell’ apposita finestra della pagina principale del sito, vedrete che il 18 ottobre alle 20,30 reciteremo un Rosario solenne dedicatoloro dedicato. Poi il 22 sarà la GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE E SAREMO CHIAMATI AD AIUTARE ANCHE ECONOMICAMENTE LE TERRE DI MISSIONE. Poi il 29 ai Cappuccini, ci sarà l’ ASSEMBLEA DIOCESANA. Tanti appuntamenti quindi, ai quali siamo chiamati a partecipare e dei quali potete prendere visione leggendo appunto il calendario.